dotata di una potentissima fotocamera chiamata HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) e altri strumenti con i quali è stata mappata ampia parte del pianeta. Tra le aree più interessanti vi è il cratere Russell (così chiamato in omaggio all'astronomo Henry Norris Russell), dove sono presenti gigantesche dune plasmate dal vento. Alcune di esse sono caratterizzate dalla presenza dei sopracitati canaloni chiamati “gullies”. Alcuni ricercatori ritengono siano causati da blocchi di ghiaccio secco che si formano in inverno e che poi scivolano sulle dune; gli autori del nuovo studio avevano proposto in una precedente indagine......
una possibile genesi legata allo scioglimento del permafrost rimasto sepolto sotto la regolite marziana.Ma non tutti i gullies sono uguali. Osservando quelli definiti lineari, i due scienziati italiani sono giunti alla conclusione che ciò che vediamo può essere il risultato di un fenomeno molto più interessante: la presenza di acqua. Non hanno scoperto laghi o fiumi sulla superficie marziana, ma tracce di acqua liquida che si formano a causa di un fenomeno meteorologico caratteristico di Marte, che si verifica proprio nel cuore della duna di Russel, che è la più grande all'interno dell'omonimo cratere. L'effetto aerodinamico del vento su queste dune potrebbe infatti dar vita contemporaneamente a brina, blocchi di ghiaccio, nuvole di vapore e
scie di acqua liquida. “Sia pure per brevi periodi, nei primi giorni della primavera marziana e in occasione delle folate di vento, ogni anno su questa duna può comparire acqua in condizioni atmosferiche di temperatura e pressione che consentono la sua comparsa transitoria allo stato liquido”, ha spiegato il dottor Nardi. L'esperto evidenzia che su questi calanchi marziani, l'acqua coesisterebbe nel suo punto triplo, ovvero solido, vapore e liquido, appunto.“I linear
gullies potrebbero essere formati dalla brina che, grazie alle immagini della sonda Mars Reconnaissance Orbiter, abbiamo evidenziato sulla cima della duna Russell. La superficie del pendio è ondulata lateralmente e, quando i canali restano in penombra, si osservano tracce di umidità assorbita dalla sabbia. Viceversa, quando un canale svolta in direzione della luce, si assiste all’immediata evaporazione dell’acqua che si era conservata liquida fino a quel punto”, ha affermato Antonio Piersanti. Questi sarebbero gli indizi sulla presenza di acqua liquida su Marte.
Naturalmente serviranno ulteriori studi per confermare la presenza di acqua liquida sulla superficie di Marte, ma secondo gli autori dello studio potremmo essere innanzi alla dimostrazione di un “ciclo parziale dell'acqua” all'interno di alcuni specifici crateri, come il Russell ma anche il Kaiser e il Korolev. Essi potrebbero rappresentare anche il luogo ideale dove cercare forme di vita aliena microbica. I dettagli della ricerca. link Altre immagini a Link
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