Il satellite europeo Goce è rientrato nell'atmosfera intorno alle 1,00 e si e' per la maggior parte disintegrato; i frammenti sono caduti nell'Atlantico meridionale, 410 chilometri a Sud delle isole Falkland. Lo ha dichiarato l'Agenzia Spaziale Europea (Esa). Intorno a quell'orario aveva infatti smesso di dare segnali. Nonostante le condizioni estreme cui fossero esposti, gli strumenti di bordo di Goce hanno continuato a funzionare fino all'ultima orbita, registrata dalla stazione di Terra che si trova in Antartide quando il satellite si trovava alla quota di meno di 120 chilometri. Era quindi molto vicino alla zona critica chiamata Linea di Karman, che si trova alla quota di 100 chilometri ed e' considerata il confine tra l'atmosfera terrestre e lo spazio esterno.Attualmente il tempo preciso e il luogo del rientro non sono chiari. L'Esa indica che l'orbita percorsa al momento del rientro ha attraversato la Siberia, l'oceano Pacifico occidentale, l'oceano Indiano orientale e l'Antartide. Link
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lunedì 11 novembre 2013
domenica 10 novembre 2013
DILUVIO UNIVERSALE LE PROVE LE CAUSE ( COMETA ISON? )
[Dossier] Il Diluvio Universale, le prove dell'esistenza e le cause che lo generarono - Parte 1
( Nota : e forse da considerare la cometa Ison come la descrizione di questo interessante articolo redatto il12 agosto 2011 ? Da leggere prima e seconda parte davvero molto interessante By Gy )
Sylvia C. Browne, nota sensitiva, cerca di dissipare i timori di una possibile apocalisse nel 2012 aprendo il suo recente libro, End of Days: Reflections and Prophecies about the End of the World, con un lungo elenco di profezie funeste rivelatesi erronee. Papi, filosofi, scienziati e un assortimento di altri luminari ci raccomandavano di metterci al riparo, e tra questi anche Cristoforo Colombo, il quale nel Libro delle profezie scrisse che il mondo sarebbe finito nel 1658. L'elenco della Browne sarebbe stato assai più rassicurante se non iniziasse con la citazione di un'antica tavoletta assira:
"Oggi la nostra terra è degenerata. Ci sono segni che stia rapidamente avvicinandosi alla fine"
Stando alle ricerche della Browne, la tavoletta risale "approssimativamente al 2800 a.C.", che è molto vicino al 10 maggio 2807 a.C., la data che Bruce Masse, archeologo ambientale del Los Alamos National Laboratory, New Mexico, attualmente assegna all'inizio del diluvio universale, quello di Noè e della sua arca.
Masse fa parte dell'Holocene Impact Working Group, un gruppo di scienziati statunitensi, russi, australiani ed europei che si dedica specificamente allo studio dell'effetto di impatti extraterrestri sul nostro pianeta. (Olocene è un termine geologico che indica l'epoca recente e attuale).
L'Holocene Group sta letteralmente riscrivendo la storia della civiltà umana tenendo conto di numerosi grandi impatti di oggetti provenienti dallo spazio esterno, e ha dimostrato in modo spettacolare che l'impatto di una cometa causò il grande diluvio che circa 4800 anni fa interessò gran parte del pianeta.
Come ci narra la Bibbia,
"Tutti i viventi secondo la loro specie e tutto il bestiame secondo la sua specie e tutti i rettili che strisciano sulla terra secondo la loro specie, tutti i volatili secondo la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli esseri alati vennero dunque a Noè nell'arca, a due a due, di ogni carne in cui è il soffio di vita. Quelli che venivano, maschio e femmina d'ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio: il Signore chiuse la porta dietro di lui. Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e sollevarono l'arca che si innalzò sulla terra. Le acque divennero poderose e crebbero molto sopra la terra e l'arca galleggiava sulle acque. Le acque si innalzarono sempre più sopra la terra e coprirono tutti i monti più alti che sono sotto tutto il cielo"
Genesi, 7, 14-19
La ricerca sul diluvio universale iniziò quando Masse si rese conto del fatto che molte mitologie di ogni parte del mondo descrivevano condizioni simili: mesi di piogge, grandi alluvioni e devastazioni. Dopo la vicenda di Noè, il più noto di questi miti è quello ricordato da Platone, il quale nel suo dialogo Crizia (111.e.5-112.a.4) si riferisce a tre diluvi catastrofici. Il più vasto si verificò al tempo di Deucalione che, con sua moglie Pirra, costruì un'arca dopo essere stato avvertito dal padre, Prometeo, che Zeus si apprestava a punire l'umanità con un diluvio devastante. Data la notevole somiglianza delle narrazioni, gli studiosi da molto tempo considerano Dio e Zeus, e Noè e Deucalione, come figure parallele. Alle quali va accostato anche Utnapishtim, l'unico sopravvissuto del diluvio sumerico, la cui storia è narrata nell'Epopea di Gilgamesh.Qualche coincidenza di per sé non prova nulla, e così Masse iniziò a raccogliere miti di ogni parte del mondo. Un migliaio di tali narrazioni è stato tradotto in inglese, e approssimativamente metà di esse parla di un diluvio torrenziale in un momento molto antico della storia. Un terzo di esse, appartenenti soprattutto a culture costiere, descrive anche uno tsunami verificatosi nella stessa epoca."Alla luce dell'informazione astronomica e stagionale contenuta nei miti, oltre che dei particolari relativi al diluvio stesso, è pressoché certo che la grande maggioranza di questi miti rappresenta un unico evento o eventi simultanei"ha dichiarato Masse, presentando i suoi risultati alla conferenza Tunguska 2008, tenutasi tra il 30 giugno e il 2 luglio a Krasnojarsk. La conferenza era stata organizzata per commemorare il centesimo anniversario dell'impatto che nel 1908 rase al suolo un'area di circa 2000 chilometri quadrati nella regione di Tunguska, nella Siberia settentrionale, e fu uno dei massimi impatti della storia recente. Si ritiene che tale evento si verifichi in media una volta ogni secolo, e si pensa sia stato provocato da un asteroide delle dimensioni di un edificio di dieci piani, analoghe a quelle dell'oggetto che mancò di poco la Terra nel marzo del 2009.
"Oggi la nostra terra è degenerata. Ci sono segni che stia rapidamente avvicinandosi alla fine"
Stando alle ricerche della Browne, la tavoletta risale "approssimativamente al 2800 a.C.", che è molto vicino al 10 maggio 2807 a.C., la data che Bruce Masse, archeologo ambientale del Los Alamos National Laboratory, New Mexico, attualmente assegna all'inizio del diluvio universale, quello di Noè e della sua arca.
Masse fa parte dell'Holocene Impact Working Group, un gruppo di scienziati statunitensi, russi, australiani ed europei che si dedica specificamente allo studio dell'effetto di impatti extraterrestri sul nostro pianeta. (Olocene è un termine geologico che indica l'epoca recente e attuale).
L'Holocene Group sta letteralmente riscrivendo la storia della civiltà umana tenendo conto di numerosi grandi impatti di oggetti provenienti dallo spazio esterno, e ha dimostrato in modo spettacolare che l'impatto di una cometa causò il grande diluvio che circa 4800 anni fa interessò gran parte del pianeta.
Come ci narra la Bibbia,
"Tutti i viventi secondo la loro specie e tutto il bestiame secondo la sua specie e tutti i rettili che strisciano sulla terra secondo la loro specie, tutti i volatili secondo la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli esseri alati vennero dunque a Noè nell'arca, a due a due, di ogni carne in cui è il soffio di vita. Quelli che venivano, maschio e femmina d'ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio: il Signore chiuse la porta dietro di lui. Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e sollevarono l'arca che si innalzò sulla terra. Le acque divennero poderose e crebbero molto sopra la terra e l'arca galleggiava sulle acque. Le acque si innalzarono sempre più sopra la terra e coprirono tutti i monti più alti che sono sotto tutto il cielo"
Genesi, 7, 14-19
La ricerca sul diluvio universale iniziò quando Masse si rese conto del fatto che molte mitologie di ogni parte del mondo descrivevano condizioni simili: mesi di piogge, grandi alluvioni e devastazioni. Dopo la vicenda di Noè, il più noto di questi miti è quello ricordato da Platone, il quale nel suo dialogo Crizia (111.e.5-112.a.4) si riferisce a tre diluvi catastrofici. Il più vasto si verificò al tempo di Deucalione che, con sua moglie Pirra, costruì un'arca dopo essere stato avvertito dal padre, Prometeo, che Zeus si apprestava a punire l'umanità con un diluvio devastante. Data la notevole somiglianza delle narrazioni, gli studiosi da molto tempo considerano Dio e Zeus, e Noè e Deucalione, come figure parallele. Alle quali va accostato anche Utnapishtim, l'unico sopravvissuto del diluvio sumerico, la cui storia è narrata nell'Epopea di Gilgamesh.Qualche coincidenza di per sé non prova nulla, e così Masse iniziò a raccogliere miti di ogni parte del mondo. Un migliaio di tali narrazioni è stato tradotto in inglese, e approssimativamente metà di esse parla di un diluvio torrenziale in un momento molto antico della storia. Un terzo di esse, appartenenti soprattutto a culture costiere, descrive anche uno tsunami verificatosi nella stessa epoca."Alla luce dell'informazione astronomica e stagionale contenuta nei miti, oltre che dei particolari relativi al diluvio stesso, è pressoché certo che la grande maggioranza di questi miti rappresenta un unico evento o eventi simultanei"ha dichiarato Masse, presentando i suoi risultati alla conferenza Tunguska 2008, tenutasi tra il 30 giugno e il 2 luglio a Krasnojarsk. La conferenza era stata organizzata per commemorare il centesimo anniversario dell'impatto che nel 1908 rase al suolo un'area di circa 2000 chilometri quadrati nella regione di Tunguska, nella Siberia settentrionale, e fu uno dei massimi impatti della storia recente. Si ritiene che tale evento si verifichi in media una volta ogni secolo, e si pensa sia stato provocato da un asteroide delle dimensioni di un edificio di dieci piani, analoghe a quelle dell'oggetto che mancò di poco la Terra nel marzo del 2009.
Molti degli antichi miti presi in esame da Masse parlavano anche di una grande bestia dotata di corna apparsa nel cielo immediatamente prima dell'evento. Si sa che, quando una cometa si avvicina al sole da una certa angolazione, la sua coda si ribalta verso l'alto e l'effetto che ne risulta è che sembra proprio una bestia cornuta. Sostiene Masse:"In base alle descrizioni contenute nei miti del diluvio di giganteschi esseri celesti soprannaturali allungati e lucenti o infuocati, apparsi prima o all'inizio della tempesta, è chiaro che l'oggetto entrato in collisione con la Terra era una cometa e che rimase visibile a molti o quasi tutti i gruppi culturali per diversi giorni prima dell'impatto. Le popolazioni dell'India osservarono il pennacchio di detriti atmosferici e lo descrissero in modo suggestivo come una serie di nubi apocalittiche che assomigliavano a un branco di elefanti, ed emettevano fulmini, tuonando fragorosamente [...] Diversi miti indiani descrivono la caduta di particelle infuocate dal cielo all'inizio del diluvio, e altrettanto fanno i miti della religione africana del Congo e della Nuova Guinea, apparentemente riferendosi al rientro balistico attraverso l'atmosfera del materiale surriscaldato espulso [quello che schizza da un cratere a causa dell'esplosione]"Masse ha cartografato tutte queste informazioni al computer e ha calcolato che la cometa deve essere caduta in qualche punto dell'Oceano Indiano. Poi ha fatto circolare i suoi dati tra i colleghi dell'Holocene Group.Dallas Abbott, una studiosa di scienze della Terra del Lamont-Doherty Research Laboratory presso la Columbia University, ha utilizzato Google Earth e altri dati cartografici per localizzare dozzine di punti d'impatto in tutto il mondo. Quando si verificano sulla terraferma, gli impatti aprono crateri che, esaminati dall'alto, hanno l'aspetto di fori di proiettile nel vetro. Molti di questi crateri si riempiono d'acqua e diventano laghi. Ma quando gli impatti si verificano nell'oceano o in mare i crateri si aprono sul fondo marino, il che rende molto più difficile individuarli. E' perciò necessario che vi siano altri indizi a guidare la ricerca.
Tutti gli impatti di oggetti provenienti dallo spazio esterno creano configurazioni caratteristiche note come chevrons (galloni). Ecco come produrre uno chevron. In spiaggia, prendete un grosso sasso, entrate in acqua fino alle caviglie, date le spalle al mare e gettate giù il sasso con tutta la vostra forza dove l'acqua è meno profonda. La sabbia che schizza in alto e verso la spiaggia forma uno chevron. Scagliando il sasso in questo modo si genera un microtsunami, la cui onda spinge la sabbia davanti a sé verso la spiaggia. Se si ripetesse più volte l'esperimento, gli chevrons mostrerebbero certe analogie strutturali, ad esempio una configurazione a spruzzo che si allarga a ventaglio dal punto dell'impatto. Angoli d'impatto diversi produrrebbero chevrons differenti. Se scagliaste il sasso in giù con forza sufficiente, l'analisi chimica dello chevron metterebbe in evidenza che vi si sono introdotti piccoli frammenti della pietra. Se vi voltaste verso l'oceano e gettaste il vostro sasso in acqua, si formerebbe uno chevron che però scomparirebbe rapidamente senza lasciare traccia, a causa dell'azione delle onde.
Punto in cui si schiantò la cometa Burckle
La Abbott esaminò scrupolosamente il suo database e ne estrasse rapidamente la prova regina: quattro immensi chevrons a forma di cuneo sulla costa sud del Madagascar, una strana e meravigliosa isola circa 500 chilometri a est dell'Africa meridionale. E' come se Noè avesse costruito un'arca speciale per il Madagascar, dato che metà dei suoi uccelli, dei suoi rettili e dei suoi anfibi vive esclusivamente sull'isola, così come i lemuri, da alcuni ritenuti, a causa della loro stazione eretta, l'anello mancante di Darwin tra primati e uomini.Non essendoci sull'isola alcun cratere da impatti a indicare il punto di caduta del corpo di origine extraterrestre, la Abbott e il suo gruppo analizzarono le dimensioni e la configurazione degli chevrons e ne estrapolarono la posizione approssimativa, l'energia e la traiettoria dell'impatto che li aveva fatti schizzare sul litorale. Insieme al collega Lloyd Burckle fece puntare sul sito i satelliti per la ricerca scientifica e nel 2005 fu scoperto, circa 1500 chilometri a sudest degli chevrons del Madagascar, 3800 metri sotto la superficie dell'Oceano Indiano, il cratere Burckle, del diametro di quasi 30 chilometri. Seconda parte sul sito d'orgine [To Be Continued]
ISON SEGUITA DALLA NASA CHE IL 26 DICEMBRE FARA' TREMARE LA TERRA
La NASA segue il percorso della Cometa ISON che il 26 Dicembre farà tremare la Terra
La Cometa
ISON (C/2012 S1) potrà essere visibile in modo spettacolare, una volta
che attraverserà il Sistema Solare interno, verso la fine del 2013.
Durante le settimane prima del 28 novembre, ISON si avvicinerà al Sole,
quindi la cometa sarà visibile con piccoli telescopi e binocoli. Gli
Osservatori di tutto il mondo e i telescopi spaziali come Hubble, IRAS e
SOHO, seguiranno la cometa durante il suo viaggio intorno al Sole. Se
ISON sopravviverà al passaggio infuocato di energia solare, che sembra
probabile, ma non certa, la cometa sarà in grado di essere visibile ad
occhio nudo nel cielo prima dell’alba nel mese di dicembre.
Questa
animazione mostra la traiettoria della cometa ISON attraverso il sistema
solare interno. La prima sequenza è la cometa vista lungo la sua orbita
e nella seconda sequenza è una vista perpendicolare all’orbita della
ISON.Come tutte
le comete, ISON è una macchia di gas congelati misti a polvere. Spesso
descritte come “palle di neve sporca”, le comete emettono gas e polvere
ogni volta che si avventurano vicino al Sole e il materiale ghiacciato
si trasforma in gas attraverso un processo chiamato sublimazione. Il 1
ottobre 2013, ISON è passata avicino a Marte ad una distanza di circa
6,5 milioni di miglia (10.500 mila km) Alla fine
di novembre, ISON scatenerà fiumi di polvere durante il suo incontro
ravvicinato con il Sole a contatto quindi con il forte calore
sprigionato dalla nostra stella e tutti i satelliti di monitoraggio
soalre (SOHO) registreranno il suo passaggio. In questo periodo la
cometa può diventare abbastanza brillante da poter essere vista solo
alzando la mano per bloccare la luce abbagliante del Sole. Ma il destino
di ISON non termina qui. Qualunque cosa accada, gli scienziati saranno
in grado di imparare di più sulle comete, su come queste interagiscono
con il Sole. Successivamente ISON per effetto fionda della gravità del
Sole, questa si sposta verso la Terra, dove sarò visibile nel crepuscolo
mattutino fino a dicembre. Secondo la NASA la Cometa ISON scuoterà la
Terra il 26 dicembre 2013, quando si avvicinerà a 40 milioni di miglia,
ovvero a circa 65 milioni di km.Link
GOCE ULTIME NOTIZIE DEL RIENTRO SULLA TERRA
GOCE è alla fine del suo viaggio. Protezione Civile e ESA non escludono che alcuni frammenti del satellite possano cadere sull'Italia, ma le probabilità di essere colpiti sono bassissime. Ecco gli orari potenzialmente più pericolosi e gli ultimi aggiornamenti.
AGGIORNAMENTO DI DOMENICA 11 NOVEMBRE. Questa mattina l'ASI - Agenzia Spaziale Italiana ha nuovamente spostato in avanti, rispetto alle precedenti comunicazioni, la finestra di possibile rientro a terra di GOCE.E' stato escluso un eventuale impatto dei frammenti del satellite sul nostro territorio nella mattinata di oggi, mentre non è ancora possibile escludere la pur remota possibilità che una o più parti possano cadere in Italia nelle altre due finestre temporali già indicate: dalle 19.44 alle 20.24 di oggi interessando potenzialmente i territori di Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Sardegna, e dalle 7.48 alle 8.28 di domani, lunedì 11 novembre, coinvolgendo potenzialmente il Sud (Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia). L'ASI continuerà a rilasciare periodicamente le previsioni di rientro di GOCE e manterrà aggiornato il sistema di protezione civile.Il satellite GOCE ha inziato la fase finale del suo viaggio e ora sta puntando decisamente verso la Terra. Al momento non è ancora possibile stabilire con precisione se e quanti frammenti del satellite resiteranno all'impatto con l'atmosfera nè dove potrebbero potenzialmente cadere, ma la situazione è costantemente tenuta sotto controllo dagli esperti dell' ESA, l'Agenzia Spaziale Europea.Nell'ultimo aggiornamento di oggi gli scienzati hanno spostato in avanti la finestra temporale per il rientro del satellite, che si aprirà alle 22 di stasera e si chiuderà nella tarda mattinata di lunedì. Attualmente, si legge nel comunicato stampa pubblicato sul sito della Protezione Civile, non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio. Le finestre di interesse per l’Italia sono, per ora, tre: dalle 8.26 alle 9.06 di domenica, 10 novembre,coinvolgendo potenzialmente il Centro-Nord (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia-Romagna, Toscana, Sardegna); dalle 19.44 alle 20.24 sempre di domenica interessando potenzialmente i territori di Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Sardegna;dalle 7.48 alle 8.28 di lunedì 11 novembre, periodo per il quale non sono ancora disponibili informazioni poiché sono ancora in corso le elaborazioni delle traiettorie possibili da parte di ASI.Non è comunque il caso di lasciarsi prendere dal panico: le probabilità di un impatto al suolo, e in particolare sulla terraferma, sono veramente poche.L' ESA continuerà comunque a monitorare la situazione e rilascerà aggiornamenti continui delle previsioni di rientro così da mantenere informato il sistema della Protezione Civile. Al momento, per l'Italia, è stato attivato un gruppo speciale che sta seguendo l'evolversi della situazione e che è composto da tecnici del Dipartimento nazionale della Protezione Civile, dell’ASI stessa, del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, dell’ENAV, dell’ENAC, di ISPRA, del Comando Operativo Interforze e del Friuli Venezia Giulia in rappresentanza di tutte le Regioni. Link
domenica 3 novembre 2013
SATELLITE GOCE ALLERTA DELLA PROTEZIONE CIVILE
Satellite «impazzito» sta per cadere sulla Terra: allerta Protezione Civile
Il satellite «Goce» potrebbe cadere sulla Terra tra il 3 e il 9 novembre: per adesso è impossibile prevedere dove. Frammenti in caduta libera fino a 95 chili. Padova, 3 novembre 2013 – È già accaduto nel settembre di due anni fa, senza gravi conseguenze. Ma è ancora allarme per un satellite «incontrollato» che rientra sulla Terra. L’impatto è previsto nelle prossime ore: non si sa dove, non si sa quando. Si tratta del satellite «Goce» (Gravity field and steady state Ocean Circulation Explorer) dell’Agenzia spaziale europea, lanciato il 17 marzo 2009 con l’obiettivo di produrre una mappa gravitazionale, precisa e ad alta risoluzione, del nostro pianeta.Un evento che ovviamente ha fatto scattare l’allerta della protezione civile che sta monitorando la situazione sulla base dei dati forniti dall’Agenzia spaziale italiana: è stato costituito un gruppo composto da tecnici del cdpartimento nazionale di Protezione civile, dell’ASI, del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, dell’Enav, dell’Enac, di Ispra, del Comando Operativo Interforze e del Friuli Venezia Giulia in rappresentanza di tutte le regioni.La finestra temporale ipotizzata per il rientro di «Goce» va dal 3 al 9 novembre, con una notevole incertezza legata al fatto che lo stesso satellite, pur essendo senza carburante, non ha ancora perso il controllo del suo assetto. Secondo le informazioni fornite da Asi, inoltre, dal momento in cui questo avverrà, «Goce» impiegherà circa 3 giorni per rientrare sulla Terra, in modo incontrollato, e solo 24 ore prima della sua caduta l’Agenzia spaziale potrà fornire le curve attendibili di un eventuale attraversamento del territorio italiano. Dunque, quando e dove i probabili frammenti del satellite cadranno sulla terra non può ancora essere previsto, anche se si sa che l’area interessata si limiterà sempre di più con il passare del tempo e l’affinamento delle previsioni. Esa prevede che la maggior parte di «Goce», che oggi pesa circa 1 tonnellata, è lungo 5 metri e non contiene materiale pericoloso, si disintegrerà nell’atmosfera e che solo alcune piccole parti (di cui la più pesante non dovrebbe superare i 95 kg) potrebbero resistere fino all’impatto con la superficie terrestre. L’Agenzia spaziale europea rilascerà periodicamente le previsioni di rientro e manterrà tutti gli stati membri dell’Unione Europea e le autorità competenti costantemente aggiornate, anche per consentire di informare la popolazione su eventuali pericoli. Link
giovedì 31 ottobre 2013
ISON : I DETRITI COLPIRANNO LA TERRA
La NASA conferma i detriti della cometa ISON colpiranno la Terra
Da questo primo video tratto da ScienceAtNASA è interessante apprendere come la cometa ISON, durante il suo passaggio vicino alla Terra, lascerà una scia di detriti spaziali cometari che colpiranno il pianeta Terra, non una, ma bensì due volte! E come sappiamo, i detriti della cometa ISON, che cadranno sulla Terra vengono ritenuti una minaccia, ma il tutto verrà accompagnato anche dalla bellezza e dal fascino delle nubi blu nottilucenti.Coloro che sono a conoscenza delle antiche profezie dei nativi americani (indiani) Hopi, sanno che un giorno nei nostri cieli apparirà la stella Blu Kachina. Nel corso del tempo questa “Stella Blu” diventa simbolo di un evento futuro (ciclico) che annuncerebbe la “Fine dei Tempi” e viene così battezzata “Cometa Annunciatrice”.Gli astronomi dicono che un tale evento è senza precedenti, ma non possono essere sicuri di cosa accadrà durante il periodo in cui la Terra sarà immersa nella nube cometaria, non trascurando il fatto che la stessa polvere cometaria, cadendo sulla superficie della terra, verrà filtrata lentamente dall’atmosfera per diversi anni. Link
domenica 28 luglio 2013
BOLIDE ENORME NEI CIELI DEI CARAIBI
Caraibi, fenomeno astronomico ripreso dalla webcam
Diverse persone hanno segnalato recenti avvistamenti relativamente a fenomeni descritti come brillanti “stelle cadenti”, a Porto Rico, nel Nord Est del Mar Dei Caraibi. A riferirlo è la Caraibi Astronomical Society (SAC).L’istituzione scientifica ha spiegato che la Terra si sta avvicinando ad un importante sciame di meteoriti e che questi fenomeni saranno sempre più visibili nel corso dei prossimi giorni.Uno di questi bolidi è stato immortalato da una webcam locale, dove viene mostrato l’ammasso luminoso lo scorso 21 luglio muoversi molto velocemente. All’inizio risulta poco visibile, mano mano che compie il suo tragitto tuttavia si illumina sempre di più fino a diventare ‘importante’ e spadroneggiare nel cielo per circa 3-4 secondi. Sopra il video pubblicato su Youtube. Link
martedì 28 febbraio 2012
ASTEROIDE APOPHIS PREOCCUPA LA NASA....
Osservato speciale, l'asteroide Apophis preoccupa la Nasa: potrebbe colpirci nel 2029
Negli ultimi anni “l’asteroide killer” che punta verso la Terra, minacciando l’intera umanità e l’esistenza stessa del nostro Pianeta, è stato il soggetto preferito delle produzioni fantascientifiche hollywoodiane. Le storie catastrofiste impresse sulla pellicola potrebbero però concretizzarsi da qui ai prossimi 20 anni. Gli scienziati dell’Agenzia spaziale europea (Esa), come anche quelli della corrispondente statunitense (Nasa), stanno infatti tenendo sotto stretta osservazione un enorme asteroide che potrebbe schiantarsi contro il nostro Mondo già nel 2029. L'Esa, vista la gravità della minaccia, ha deciso di stanziare milioni di euro per elaborare delle soluzioni capaci di proteggere la Terra. Il nemico da abbattere si chiama Apophis (come il dio egizio della malvagità e della distruzione), una roccia che vanta un inquietante diametro di circa 1.000 metri e che, nel caso in cui entrasse in rotta di collisione con la Terra, cambierebbe profondamente, o peggio spazzerebbe via, ogni forma di vita sul nostro mondo. Strategie per salvare il mondo da Apophis - Le agenzie spaziali, consapevoli degli alti rischi, avrebbero preso in esame tre scenari ed altrettante modalità per neutralizzare Apophis. Il primo scenario preso in esame dai ricercatori dell’Esa prevede l'invio di una sonda che colpisca l'asteroide alla massima velocità possibile; il secondo la deviazione "indiretta" del corpo celeste, effettuata utilizzando una sonda di altro genere che affianchi per diversi anni l'asteroide, influenzandone la traiettoria e agendo sul campo gravitazionale, attirandolo lontano dalla Terra; il terzo, una sorta di "ultima possibilità di salvezza", la frantumazione attraverso una serie di esplosioni nucleari ad alto potenziale. Asteroidi sono una minaccia - Ad oggi, va comunque precisato, i calcoli porterebbero ad escludere per il 13 aprile del 2029 un vero e proprio impatto con la Terra o la Luna, ma questo non significa che non si debba restare vigili. Apophis sfiorerà infatti la Terra, passando ad una distanza di appena 36mila chilometri: poco al di sopra delle orbite dei satelliti geostazionari. Scongiurato il pericolo Apophis tornerà a minacciarci dopo pochissimi anni. Esiste la possibilità che l’asteroide si rifaccia vivo nel 2036, ma nel caso gli astronomi sembrano esser più fiduciosi e meno preoccupati. Quali le conseguenze di un impatto con la Terra? - L’agenzia spaziale statunitense ha provato a definire l’energia che si verrebbe a generare da un impatto di Apophis con il nostro pianeta basandosi sulle misure e sulla velocità della pericolosa roccia spaziale. L’ultima stima parla di 510 megatoni di Tnt. Cosa significa oggettivamente? L’eruzione del vulcano Krakatoa, del 1883, fu di 200 megatoni, mentre la più potente bomba nucleare fatta esplodere aveva un potenziale di appena 57 megatoni. Link
domenica 15 gennaio 2012
PHOBOS-GRUNT PRECIPITATA NELL’OCEANO PACIFICO
I resti della sonda russa Phobos-Grunt sono precipitati alle 18:45 nell’oceano Pacifico
“I resti della sonda”, russa, “Phobos-Grunt sarebbero precipitati”, alle 18,45 ora italiana, “nel Pacifico”. Lo ha annunciato un portavoce delle forze spaziali di Mosca, Alexei Zolotukhin. Secondo il portavoce della Difesa Aerospaziale russa, il colonnello Alexei Zolotukhi, la sonda e’ caduta in mare a 1.250 km ad ovest della costa dell’Isola cilena di Wellington. Non e’ ancora chiaro se si tratta di tutti i resti di Phobos-Grunt o solo di una parte. In precedenza l’agenzia spaziale russa Roskosmos aveva indicato genericamente nell’Atlantico la zona di impatto. La sonda era stata lanciata lo scorso 8 novembre dal cosmodromo russo di Baikonur, in Kazakistan, assieme ad un piccolo satellite cinese. Phobos-Grunt, pero’, non ha mai preso la strada per il pianeta rosso, bloccandosi all’altezza dell’orbita terrestre e cominciando una lenta caduta incontrollata. La motivazione ufficiale e’ un malfunzionamento del sistema di propulsione Fregat. Link
venerdì 13 gennaio 2012
PHOBOS GRUNT CADRA' SULLA TERRA DOMENICA 15 GENNAIO
La Sonda Russa Phobos Grunt cadrà sulla terra Domenica 15 Gennaio
L’agenzia spaziale Roskosmos ha comunicato che la sonda spaziale ”Phobos Grunt”, lanciato lo scorso 9 Novembre senza successo, raggiungerà la terra questa domenica. La sonda pesa 13 tonnellate, tuttavia non si hanno ancora indicazioni precise su dove avverrà l’impatto con il nostro pianeta. La sonda è stata lanciata due mesi fa dal cosmodromo russo di Baikonur, nel Kazakhstan e al suo interno alloggiano strumentazioni Russe, Cinesi ed Europee. La sua missione era raggiungere Phobos, la luna di marte, per prelevare dei campioni di roccia che sarebbero poi tornati sulla terra per essere esaminati, ma a quanto pare questo non sarà più possibile. La zona più probabile per l’impatto è stimata sull’Oceano Indiano, dove precipiteranno circa 30 pezzi di alcuni quintali della sonda, che non verrà completamente disintegrata dall’atmosfera. La missione è fallita già dal suo lancio in quanto un propulsore non si è acceso correttamente causando una traiettoria non regolare al satellite che non può neanche raggiungere Marte. Il problema, oltre all’impatto, potrebbe essere il carburante tossico che essa rilascerà al suo schianto. Scopriremo domani quali conseguenze causerà la sonda Russa Phobos Grunt. Link
sabato 17 dicembre 2011
PHOBOS-GRUNT CADRA' SULLA TERRA TRA IL 6 E IL 19 GENNAIO 2012
Occhi puntati sulla sonda russa Phobos, cadrà sulla Terra tra il 6 e 19 gennaio
La sonda spaziale russa Phobos-Grunt, destinata ad arrivare su Marte ma mai uscita dall'orbita terrestre a causa di un guasto ai motori, cadrà sulla Terra tra il 6 e il 19 gennaio: lo ha annunciato l'agenzia spaziale Roskosmos, fornendo coordinate talmente ampie per il potenziale impatto da mettere in allerta mezzo pianeta. Impossibile stabilire ora il punto esatto dell'impatto - "L'apparecchio spaziale ricadrà sulla Terra nel periodo compreso tra il 6 e il 19 gennaio 2012, in una zona compresa tra 51,4 gradi di latitudine nord e 51,4 gradi di latitudine sud", stima Roskosmos in un comunicato. In pratica, potrebbe cadere in Europa, Africa, Asia o sul continente americano. Mezzo mondo in allerta - "Il luogo e la data potranno essere determinati solo alcuni giorni prima della caduta", aggiunge il comunicato diffuso dalle agenzie di stampa russe. Secondo gli scienziati russi, tuttavia, la sonda dovrebbe disintegrarsi entrando nell'atmosfera, ma il peso dei frammenti che raggiungeranno la superficie terrestre "non supererà i 200 chilogrammi". Link
venerdì 25 novembre 2011
PHOBOS-GRUNT POTREBBE PRECIPITARE SULLA TERRA
Occhi puntati sulla sonda spaziale russa Phobos-Grunt: potrebbe precipitare sulla Terra
La sonda Phobos-Grunt, sviluppata dai russi e lanciata dal cosmodromo in Kazakistan il 9 novembre ha finalmente dato segnali di vita, fornendo per la prima volta i dati telemetrici alle antenne australiane dell'Esa. La missione, tuttavia, non sembrerebbe in grado di poter proseguire: secondo gli esperti dell’agenzia spazia russa non esiste al momento alcuna possibilità che Phobos-Grunt possa un giorno raggiungere Marte. Risulta essere invece altamente probabile che la stessa possa schiantarsi sulla Terra, trascinando con sé il suo carico tossico e nucleare (e in tanti ipotizzano anche contaminato da “batteri”). Caduta prevista tra gennaio e febbraio 2012 - Secondo l’agenzia russa alcuni pezzi della sonda marziana potrebbero entrare nell’orbita terrestre tra gennaio e febbraio del 2012. "La situazione aggiornata a oggi, 24 novembre - ha detto Alexei Zolutukhin, portavoce delle Forze spaziali del ministero della Difesa - indica che alcune parti della stazione interplanetaria Phobos-Grunt dovrebbero cadere in quel periodo. La data definitiva in cui i frammenti potrebbero precipitare dipende da fattori esterni". Phobos-Grunt è stata lanciata nello spazio dal cosmodromo di Baikonur. Si è correttamente separata dal vettore Zenit, ma i suoi bruciatori non si sono accesi, ponendola quindi su un'orbita sbagliata. Data da giorni per persa, la stazione spaziale russa destinata allo studio di Marte ha “poi battuto un colpo”. I russi dell'agenzia spaziale Roscosmos hanno diffuso la notizia dell’inevitabile caduta mentre l'Esa, più ottimista, ha comunicato che saranno fatti altri tentativi. L'eventuale caduta della sonda preoccupa le agenzie spaziali - Le osservazioni hanno mostrato che la sonda era in una posizione controllata in orbita attorno alla Terra, in una fascia compresa fra 200 chilometri e 340 chilometri di altitudine. La possibilità che pezzi della sonda precipitino preoccupa, e non poco. La stazione pesa 13 tonnellate e mezza e ha un carico di sette tonnellate di combustibile. Link
mercoledì 23 novembre 2011
MARTE : MISSIONE PHOBOS-GRUNT LA RUSSIA ABBANDONA ?
Marte, la Russia delusa dal flop della missione Phobos-Grunt valuta di abbandonare
La Russia, delusa dall'ormai quasi certo fallimento della missione Phobos-Grunt, potrebbe rinunciare ai suoi progetti di ricerca su Marte per spostare il focus sulla Luna. E’ quanto annunciato a sorpresa il numero due dell'agenzia spaziale russa Roscosmos Vitaly Davidov. "Se diventa chiaro che tutto è andato male - ha spiegato Davidov - allora non avremo più indugi e decideremo cosa fare dopo. Abbiamo detto in precedenza che la Luna è il prossimo passo, ma decideremo quando il fato della stazione spaziale Phobos-Grunt sarà chiarito". Phobos-Grunt è stata lanciata nello spazio dal cosmodromo russo in Kazakistan di Baikonur il 9 novembre. Si è correttamente separata dal vettore Zenit, ma i suoi bruciatori non si sono accesi, ponendola quindi su un'orbita sbagliata. I tecnici russi, in realtà, non ritengono ancora la missione del tutto fallita. "In linea di principio - spiega Davidov - c'è ancora una finestra" temporale per cercare di rimettere Phobos-Grunt nella giusta orbita. Tuttavia, i tecnici disperano di riuscire a coglierla, perché "non ci sono dati telemetrici", quindi non so no in grado di dire cosa stia accadendo nella stazione spaziale. "Sembra che stia succedendo qualcosa di atipico", sostiene Davidov."Dobbiamo essere realisti. Non siamo riusciti - continua - a ristabilire il contatto con abbastanza tempo e questo suggerisce che le possibilità che la spedizione continui sono davvero minime". Insomma, l'esito più probabile della missione è che ricada sulla terra tra le fine di dicembre e febbraio. Anche su questa possibilità, tuttavia, i tecnici russi non hanno le idee chiarissime. La stazione pesa 13 tonnellate e mezza e ha un carico di sette tonnellate di combustibile. E' sostanzialmente impossibile calcolare quali parti di Phobos-Grunt ricadranno. "La questione è interessantissima. Come si comporterà la stazione? Ha un carico di combustibile. Se esplode, è una cosa, ma se inizia a cadere a pezzi, senza esplosione, è un'altra". La stazione, comunque, cadrà sulla superficie terrestre, "o probabilmente sulla testa di qualcuno", dice il tecnico russo. "Ma - prosegue più rassicurante - , se la calcoliamo, la probabilità che cada sulla testa di qualcuno è vicina allo zero".Link
Approfondimento
Il fallimento della missione Phobos Grunt nasconde un intervento ufo atto a scongiurare la militarizzazione spaziale?
domenica 23 ottobre 2011
ROSAT RIENTRO AVVENUTO
Il satellite Rosat è rientrato nell'atmosfera
Lo rende noto l’agenzia spaziale tedesca
Il satellite Rosat e' rientrato nell'atmosfera. Lo conferma l'agenzia spaziale tedesca Dlr, secondo la quale l'impatto del telescopio spaziale con l'atmosfera e' avvenuto fra le 3,45 e le 4,15 di domenica 23 ottobre.Al momento non e' nota l'area della Terra in corrispondenza della quale si e' verificato il rientro, ne' se alcuni frammenti abbiano raggiunto la superficie. Secondo stime della Dlr delle ore precedenti, l'impatto non era previsto in corrispondenza in Europa, Africa e Australia. Rosat (ROentgen SATellite) era un telescopio spaziale per l'osservazione del cielo ai raggi X lanciato nel 1990 dalla Nasa e gestito dall'Agenzia spaziale tedesca Dlr. Alla fine della missione, nel 1999, non e' stato possibile manovrare il satellite in modo da controllare la fase di rientro.
Nei nove anni della sua carriera Rosat ha funzionato su un'orbita ellittica posta fra 585 e 565 chilometri dalla Terra e al termine della sua vita operativa ha cominciato a perdere progressivamente quota per effetto dell'attrazione terrestre. Ansa.it
Nei nove anni della sua carriera Rosat ha funzionato su un'orbita ellittica posta fra 585 e 565 chilometri dalla Terra e al termine della sua vita operativa ha cominciato a perdere progressivamente quota per effetto dell'attrazione terrestre. Ansa.it
domenica 16 ottobre 2011
ROSAT LA NASA CONFERMA CADUTA SULLA TERRA TRA IL 20/25 OTTOBRE
Allarme della Nasa, il satellite Rosat cadrà sulla Terra: pesa 3 tonnellate e potrebbe non disintegrarsi
Il Rosat, satellite tedesco a raggi X non più operativo dal 1999, dovrebbe rientrare nell’atmosfera terrestre tra il 20 e il 25 ottobre: è quanto ha reso noto l’agenzia aerospaziale tedesca. Secondo l’agenzia è improbabile che il satellite, dal peso di tre tonnellate e mezza, possa disintegrarsi completamente. In particolare, lo specchio riflettente del telescopio a raggi X, resistente al calore, dovrebbe arrivare intatto: in totale, oltre 30 componenti del peso totale di 1,6 tonnellate potrebbero sopravvivere alla fase di rientro. Quanto all’area del possibile impatto, non sarà possibile fare previsioni fino a una o due ore prima del rientro; identica sorte era toccata il mese scorso al satellite della Nasa Uars. Costruito con tecnologia britannica e americana ma di produzione tedesca, Rosat è un telescopio orbitante lanciato il 1° giugno 1990 da Cape Canaveral nello spazio con lo scopo di studiare i raggi X. Pesa complessivamente 2,4 tonnellate. Non è più operativo dal 12 febbraio del 1999. "A causa dell’impatto con l’atmosfera terrestre, il satellite dovrebbe esplodere rompendosi in circa 30 pezzi per un totale di 1,6 tonnellate. Ma per ora sono solo ipotesi, i calcoli più precisi si potranno avere solo più in avanti" spiega Paolo D’Angelo, esperto-storico dello spazio e Segretario nazionale dell’Italian Space Society. E sulla presunta maggiore pericolosità di Rosat tranquilizza: "Quando è precipitato il satellite Uars della Nasa il 24 settembre scorso, i rischi erano maggiori perché si trattava di un satellite più grande. Per Rosat aspettiamo prima di allarmarci". Intanto la Dlr avverte che "non è possibile calcolare ora né quando né dove cadrà Rosat". "Solo una settimana prima dell’impatto si potranno avere maggiori informazioni sui tempi del rientro, all’interno di una finestra di tre giorni" aggiunge l’agenzia spaziale tedesca, che dedica un’intera sezione sul suo sito al rientro del satellite. Link
venerdì 7 ottobre 2011
LA COMETA ELENIN SI E SCIOLTA APPARE LA COMETA HONDA
45P/Honda–Mrkos–Pajdušáková osservata il 29/09/2011
Crédit Michael Jager
Crédit Michael Jager
In questi ultimi giorni 45P/Honda-Mrkos-Pajdušáková ha sorpreso gli astronomi raddoppiando la sua luminosità, e questo non era previsto. L’astronomo amatoriale Michael Jager ha approfittato dell’occasione e ha scattato questa foto il 29 settembre 2011 che evidenzia bene le dimensioni e l’estensione della cometa. La cometa 45P/Honda-Mrkos-Pajdušáková dovrebbe incrociare la cometa C/2010 X1 Elenin il 7 ottobre, e la si potrà osservare nel cielo al mattino. Elenin doveva essere la star di quest’autunno ma si è volatilizzata! Non è sopravissuta all’eruzione solare del 20 agosto 201. Da quella data, ha perso ogni attrattiva contrariamente a 45P/Honda-Mrkos-Pajdušáková, che dispiega una magnifica coda di gas . La cometa Elenin si è volatilizzata
Prometteva una bella apparizione nel cielo autunnale, ma sembra che non sia sopravvissuta alla violenta eruzione solare del 20 agosto.
Vedi: Conferma: la cometa Elenin si sta disintegrando
Vedi: Conferma: la cometa Elenin si sta disintegrando
http://pianetanibiru.forumfree.it/?t=57823269#lastpost
Il 20 agosto ha subito una tempesta fatale come lo si può vedere in quest’animazione realizzata da Michael Mattiazzo
Il 20 agosto ha subito una tempesta fatale come lo si può vedere in quest’animazione realizzata da Michael Mattiazzo
Oltre alle fosche previsioni dei catastrofisti, Elenin prometteva un bellissimo spettacolo nel cielo di quest’autunno, e avrebbe dovuto essere visibile al binocolo e forse anche ad occhio nudo.Ma le comete sono imprevedibili soprattutto quando la loro scoperta è recente e le sorprese possono essere belle o brutte. La cometa 45P/Honda-Mrkos-Pajdušáková, ha sottratto la parte della protagonista ad Elenin e sarà lei ad essere visibile nel cielo del mattino mentre si trova attualmente al suo picco di luminosità. Le due comete si incroceranno il 7 ottobre. Link
martedì 27 settembre 2011
ASTEROIDE SFIORERA' LA TERRA IL 9/11/2011
2005 YU55/ L’asteroide sfiora la Terra. Passerà a soli 327mila km, tra il nostro pianeta e la Luna
Tra satelliti che cadono comete che si avvicinano non poteva mancare questa notizia del 12/4/2011
L’ASTEROIDE SFIORA LA TERRA - Il 9 novembre prossimo, 28 minuti dopo la mezzanotte, un asteroide raggiungerà il record di vicinanza con la terra, transitando nello spazio compreso tra il nostro pianeta e la Luna La Terra si appresta ad avere un incontro ravvicinato con un asteroide che, il 9 novembre prossimo, transiterà nello spazio compreso tra il nostro pianeta e la Luna. Il passaggio avverrà a mezzanotte e 28 minuti, e l’oggetto celeste disterà della nostre teste solo 327mila chilometri, pochi passi, astronomicamente parlando. L’asteroide si chiama 2005 YU55, è largo circa 400 metri e venne scoperto cinque anni fa. Gli scienziati che hanno effettuato le rilevazioni del caso, lo descrivono come un oggetto quasi sferico, dalla superficie di colore scuro ed un periodo di rotazione di 20 ore. L’asteroide è stato classificato sotto la categoria C, (sono elementi celesti carboniosi, e costituiscono il 75 per cento di quelli conosciuti),e sarebbe potenzialmente pericoloso. Tuttavia, nei prossimi cento anni, assicurano gli esperti della Nasa, non sussisterebbe alcuna minaccia di collisione con la Terra. In ogni caso, il suo passaggio rappresenta il maggior avvicinamento al nostro Pianeta di un oggetto del quale è stata anticipatamente identificata la traiettoria. Il record di 2005 YU55 sarà superato nel 2028 da un altro asteroide, 2001 WN5, che transiterà a soli 230 mila chilometri dalla Terra. Link
domenica 25 settembre 2011
DOPO IL SATELLITE UARS ORA ROSAT MINACCIA LA TERRA
Dopo Uars ora incombe una nuova minaccia. Si tratta del satellite tedesco Rosat
Dopo il satellite Uars, che ha definitivamente terminato la sua corsa infrangendosi nell'atmosfera sopra al Pacifico, ora si guarda già al prossimo pericolo in arrivo dal cielo. Si tratta del satellite tedesco Rosat, che secondo le autorità potrebbe precipitare sulla Terra tra cinque settimane. Il suo peso è di 2,4 tonnellate ed è dal 1999 che vaga nello spazio avvicinandosi sempre di più all'atmosfera. E' un satellite "pazzo", il suo sistema guida ha infatti smesso di funzionare. Si stima che i pezzi di Rosat siano almeno tre volte più pesanti del blocco più grosso di Uars. Naturalmente manca ancora diverso tempo e certamente le novità non tarderanno ad arrivare.Link
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