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sabato 13 aprile 2024

Misteri marziani: esplorazione dell'incidente di Phobos...

Misteri marziani: esplorazione dell'incidente di Phobos, dei monoliti e delle antiche rovine

L'intrigo che circonda Marte e le sue lune affascina da decenni scienziati e appassionati di spazio. Marte, con il suo paesaggio brullo e rossastro, e la sua luna Phobos, dal nome del dio greco della paura, presentano uno studio affascinante sui fenomeni celesti e sui potenziali misteri extraterrestri.Uno degli eventi più intriganti nell'esplorazione dello spazio è l'incidente di Phobos che coinvolse la missione Phobos 2 dell'Unione Sovietica nel 1989. Questa missione aveva principalmente lo scopo di esplorare Marte e la sua luna, ma finì nel mistero. Phobos 2 operò con successo finché non si avvicinò a Phobos, a quel punto cessò improvvisamente la trasmissione e perse il contatto con la Terra. Gli ultimi dati inviati da Phobos 2 includevano immagini che mostravano una strana ombra proiettata sulla superficie di Phobos. Ciò ha portato a diffuse speculazioni sulle cause, che vanno dai guasti tecnici alle interferenze extraterrestri.Alla natura

enigmatica di Phobos si aggiunge la presenza del cosiddetto monolite di Phobos, un grande oggetto dalla forma irregolare che si staglia sulla superficie brulla e craterizzata della luna. Questo monolite, e altri simili, hanno acceso dibattiti sulla loro origine, alcuni suggeriscono che potrebbero essere formazioni naturali, mentre altri speculano su antiche tecnologie aliene.la presenza del monolite è stata resa popolare dall'astronauta americano Buzz Aldrin, che ne ha parlato nel contesto dell'esplorazione umana dello spazio e della curiosità che suscita nell'opinione pubblica e nella comunità scientifica. Le sue origini, siano esse naturali o artificiali, rimangono oggetto di dibattito e fascino.

Antiche rovine su Marte? La stessa superficie di Marte offre ulteriori misteri. Immagini ad alta risoluzione provenienti da varie orbite di Marte hanno rivelato formazioni che assomigliano a strutture, come la famigerata “Faccia su Marte” nella regione di Cydonia. Queste immagini spesso mostrano quelle che sembrano strutture piramidali e forme rettilinee che alcuni interpretano come resti di antiche civiltà.I critici sostengono che queste formazioni sono semplicemente...

domenica 9 marzo 2014

MISTERIOSO OGGETTO SULL’ASTEROIDE ITOKAWA 25143 ?


 

Misteriosa anomalia sull’asteroide 25143 Itokawa

 

Itokawa_et_anomalie Le immagini che vi presentiamo, sono state divulgate dal canale mundodesconocido e riguardano una misteriosa anomalia rilevata sull’Asteroide Itokawa.  Nel 2003 la sonda giapponese Hayabusa era stata lanciata con l’intento di fotografare e analizzare l’asteroide 25143 Itokawa e durante le riprese della sonda,  in una delle moltissime fotografie, compare uno strano oggetto sferico di grandi proporzioni.L’AJAX (Agenzia spaziale giapponese) sembra aver rilasciato pubblicamente altre fotografie della missione spaziale su Itokawa, il che potrebbero svelare il mistero, ma nonostante le 1500 fotografie scattate dalla sonda Hayabusa, solo una piccola parte di queste sono state rese pubbliche. Infatti in una di queste immagini, si può osservare un misterioso oggetto sferico, da cui fuoriescono tre piccole antenne (o tubi).Che cos’è questo strano oggetto? Forse si tratta di un oggetto non-terrestre? Alcuni ricercatori parlano di avamposti alieni scoperti su alcune asteroidi e Lune di molti pianeti del nostro sistema solare.  Perché il Giappone ha visitato questo asteroide rispetto a molti altri?  Forse avevano precedentemente osservato un’anomalia? Link

lunedì 11 novembre 2013

GOCE ALLARME FINITO E RIENTRATO NELL’ATMOSFERA

goGoce è rientrato nell'atmosfera, nessun dannoI frammenti nell'Atlantico meridionale
goce bIl satellite europeo Goce è rientrato nell'atmosfera intorno alle 1,00 e si e' per la maggior parte disintegrato; i frammenti sono caduti nell'Atlantico meridionale, 410 chilometri a Sud delle isole Falkland. Lo ha dichiarato l'Agenzia Spaziale Europea (Esa). Intorno a quell'orario aveva infatti smesso di dare segnali. Nonostante le condizioni estreme cui fossero esposti, gli strumenti di bordo di Goce hanno continuato a funzionare fino all'ultima orbita, registrata dalla stazione di Terra che si trova in Antartide quando il satellite si trovava alla quota di meno di 120 chilometri. Era quindi molto vicino alla zona critica chiamata Linea di Karman, che si trova alla quota di 100 chilometri ed e' considerata il confine tra l'atmosfera terrestre e lo spazio esterno.Attualmente il tempo preciso e il luogo del rientro non sono chiari. L'Esa indica che l'orbita percorsa al momento del rientro ha attraversato la Siberia, l'oceano Pacifico occidentale, l'oceano Indiano orientale e l'Antartide. Link

domenica 10 novembre 2013

DILUVIO UNIVERSALE LE PROVE LE CAUSE ( COMETA ISON? )


 

[Dossier] Il Diluvio Universale, le prove dell'esistenza e le cause che lo generarono - Parte 1
( Nota : e forse da considerare la cometa Ison come la descrizione di questo interessante articolo redatto il12 agosto 2011 ? Da leggere prima e seconda parte davvero molto interessante By Gy )


Sylvia C. Browne, nota sensitiva, cerca di dissipare i timori di una possibile apocalisse nel 2012 aprendo il suo recente libro, End of Days: Reflections and Prophecies about the End of the World, con un lungo elenco di profezie funeste rivelatesi erronee. Papi, filosofi, scienziati e un assortimento di altri luminari ci raccomandavano di metterci al riparo, e tra questi anche Cristoforo Colombo, il quale nel Libro delle profezie scrisse che il mondo sarebbe finito nel 1658. L'elenco della Browne sarebbe stato assai più rassicurante se non iniziasse con la citazione di un'antica tavoletta assira:
"Oggi la nostra terra è degenerata. Ci sono segni che stia rapidamente avvicinandosi alla fine"
Stando alle ricerche della Browne, la tavoletta risale "approssimativamente al 2800 a.C.", che è molto vicino al 10 maggio 2807 a.C., la data che Bruce Masse, archeologo ambientale del Los Alamos National Laboratory, New Mexico, attualmente assegna all'inizio del diluvio universale, quello di Noè e della sua arca.
Masse fa parte dell'Holocene Impact Working Group, un gruppo di scienziati statunitensi, russi, australiani ed europei che si dedica specificamente allo studio dell'effetto di impatti extraterrestri sul nostro pianeta. (Olocene è un termine geologico che indica l'epoca recente e attuale).
L'Holocene Group sta letteralmente riscrivendo la storia della civiltà umana tenendo conto di numerosi grandi impatti di oggetti provenienti dallo spazio esterno, e ha dimostrato in modo spettacolare che l'impatto di una cometa causò il grande diluvio che circa 4800 anni fa interessò gran parte del pianeta.

Come ci narra la Bibbia,
"Tutti i viventi secondo la loro specie e tutto il bestiame secondo la sua specie e tutti i rettili che strisciano sulla terra secondo la loro specie, tutti i volatili secondo la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli esseri alati vennero dunque a Noè nell'arca, a due a due, di ogni carne in cui è il soffio di vita. Quelli che venivano, maschio e femmina d'ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio: il Signore chiuse la porta dietro di lui. Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e sollevarono l'arca che si innalzò sulla terra. Le acque divennero poderose e crebbero molto sopra la terra e l'arca galleggiava sulle acque. Le acque si innalzarono sempre più sopra la terra e coprirono tutti i monti più alti che sono sotto tutto il cielo"
Genesi, 7, 14-19

La ricerca sul diluvio universale iniziò quando Masse si rese conto del fatto che molte mitologie di ogni parte del mondo descrivevano condizioni simili: mesi di piogge, grandi alluvioni e devastazioni. Dopo la vicenda di Noè, il più noto di questi miti è quello ricordato da Platone, il quale nel suo dialogo Crizia (111.e.5-112.a.4) si riferisce a tre diluvi catastrofici. Il più vasto si verificò al tempo di Deucalione che, con sua moglie Pirra, costruì un'arca dopo essere stato avvertito dal padre, Prometeo, che Zeus si apprestava a punire l'umanità con un diluvio devastante. Data la notevole somiglianza delle narrazioni, gli studiosi da molto tempo considerano Dio e Zeus, e Noè e Deucalione, come figure parallele. Alle quali va accostato anche Utnapishtim, l'unico sopravvissuto del diluvio sumerico, la cui storia è narrata nell'Epopea di Gilgamesh.Qualche coincidenza di per sé non prova nulla, e così Masse iniziò a raccogliere miti di ogni parte del mondo. Un migliaio di tali narrazioni è stato tradotto in inglese, e approssimativamente metà di esse parla di un diluvio torrenziale in un momento molto antico della storia. Un terzo di esse, appartenenti soprattutto a culture costiere, descrive anche uno tsunami verificatosi nella stessa epoca."Alla luce dell'informazione astronomica e stagionale contenuta nei miti, oltre che dei particolari relativi al diluvio stesso, è pressoché certo che la grande maggioranza di questi miti rappresenta un unico evento o eventi simultanei"ha dichiarato Masse, presentando i suoi risultati alla conferenza Tunguska 2008, tenutasi tra il 30 giugno e il 2 luglio a Krasnojarsk. La conferenza era stata organizzata per commemorare il centesimo anniversario dell'impatto che nel 1908 rase al suolo un'area di circa 2000 chilometri quadrati nella regione di Tunguska, nella Siberia settentrionale, e fu uno dei massimi impatti della storia recente. Si ritiene che tale evento si verifichi in media una volta ogni secolo, e si pensa sia stato provocato da un asteroide delle dimensioni di un edificio di dieci piani, analoghe a quelle dell'oggetto che mancò di poco la Terra nel marzo del 2009.

Molti degli antichi miti presi in esame da Masse parlavano anche di una grande bestia dotata di corna apparsa nel cielo immediatamente prima dell'evento. Si sa che, quando una cometa si avvicina al sole da una certa angolazione, la sua coda si ribalta verso l'alto e l'effetto che ne risulta è che sembra proprio una bestia cornuta. Sostiene Masse:"In base alle descrizioni contenute nei miti del diluvio di giganteschi esseri celesti soprannaturali allungati e lucenti o infuocati, apparsi prima o all'inizio della tempesta, è chiaro che l'oggetto entrato in collisione con la Terra era una cometa e che rimase visibile a molti o quasi tutti i gruppi culturali per diversi giorni prima dell'impatto. Le popolazioni dell'India osservarono il pennacchio di detriti atmosferici e lo descrissero in modo suggestivo come una serie di nubi apocalittiche che assomigliavano a un branco di elefanti, ed emettevano fulmini, tuonando fragorosamente [...] Diversi miti indiani descrivono la caduta di particelle infuocate dal cielo all'inizio del diluvio, e altrettanto fanno i miti della religione africana del Congo e della Nuova Guinea, apparentemente riferendosi al rientro balistico attraverso l'atmosfera del materiale surriscaldato espulso [quello che schizza da un cratere a causa dell'esplosione]"Masse ha cartografato tutte queste informazioni al computer e ha calcolato che la cometa deve essere caduta in qualche punto dell'Oceano Indiano. Poi ha fatto circolare i suoi dati tra i colleghi dell'Holocene Group.Dallas Abbott, una studiosa di scienze della Terra del Lamont-Doherty Research Laboratory presso la Columbia University, ha utilizzato Google Earth e altri dati cartografici per localizzare dozzine di punti d'impatto in tutto il mondo. Quando si verificano sulla terraferma, gli impatti aprono crateri che, esaminati dall'alto, hanno l'aspetto di fori di proiettile nel vetro. Molti di questi crateri si riempiono d'acqua e diventano laghi. Ma quando gli impatti si verificano nell'oceano o in mare i crateri si aprono sul fondo marino, il che rende molto più difficile individuarli. E' perciò necessario che vi siano altri indizi a guidare la ricerca.

Tutti gli impatti di oggetti provenienti dallo spazio esterno creano configurazioni caratteristiche note come chevrons (galloni). Ecco come produrre uno chevron. In spiaggia, prendete un grosso sasso, entrate in acqua fino alle caviglie, date le spalle al mare e gettate giù il sasso con tutta la vostra forza dove l'acqua è meno profonda. La sabbia che schizza in alto e verso la spiaggia forma uno chevron. Scagliando il sasso in questo modo si genera un microtsunami, la cui onda spinge la sabbia davanti a sé verso la spiaggia. Se si ripetesse più volte l'esperimento, gli chevrons mostrerebbero certe analogie strutturali, ad esempio una configurazione a spruzzo che si allarga a ventaglio dal punto dell'impatto. Angoli d'impatto diversi produrrebbero chevrons differenti. Se scagliaste il sasso in giù con forza sufficiente, l'analisi chimica dello chevron metterebbe in evidenza che vi si sono introdotti piccoli frammenti della pietra. Se vi voltaste verso l'oceano e gettaste il vostro sasso in acqua, si formerebbe uno chevron che però scomparirebbe rapidamente senza lasciare traccia, a causa dell'azione delle onde.
Punto in cui si schiantò la cometa Burckle

La Abbott esaminò scrupolosamente il suo database e ne estrasse rapidamente la prova regina: quattro immensi chevrons a forma di cuneo sulla costa sud del Madagascar, una strana e meravigliosa isola circa 500 chilometri a est dell'Africa meridionale. E' come se Noè avesse costruito un'arca speciale per il Madagascar, dato che metà dei suoi uccelli, dei suoi rettili e dei suoi anfibi vive esclusivamente sull'isola, così come i lemuri, da alcuni ritenuti, a causa della loro stazione eretta, l'anello mancante di Darwin tra primati e uomini.Non essendoci sull'isola alcun cratere da impatti a indicare il punto di caduta del corpo di origine extraterrestre, la Abbott e il suo gruppo analizzarono le dimensioni e la configurazione degli chevrons e ne estrapolarono la posizione approssimativa, l'energia e la traiettoria dell'impatto che li aveva fatti schizzare sul litorale. Insieme al collega Lloyd Burckle fece puntare sul sito i satelliti per la ricerca scientifica e nel 2005 fu scoperto, circa 1500 chilometri a sudest degli chevrons del Madagascar, 3800 metri sotto la superficie dell'Oceano Indiano, il cratere Burckle, del diametro di quasi 30 chilometri. Seconda parte sul sito d'orgine [To Be Continued]

ISON SEGUITA DALLA NASA CHE IL 26 DICEMBRE FARA' TREMARE LA TERRA

 

La NASA segue il percorso della Cometa ISON che il 26 Dicembre farà tremare la Terra

La Cometa ISON (C/2012 S1) potrà essere visibile in modo spettacolare, una volta che attraverserà il Sistema Solare interno, verso la fine del 2013. Durante le settimane prima del 28 novembre, ISON si avvicinerà al Sole, quindi la cometa sarà visibile con piccoli telescopi e binocoli. Gli  Osservatori di tutto il mondo e i telescopi spaziali come Hubble, IRAS e SOHO, seguiranno la cometa durante il suo viaggio intorno al Sole. Se ISON sopravviverà al passaggio infuocato di energia solare, che sembra probabile, ma non certa, la cometa sarà in grado di essere visibile ad occhio nudo nel cielo prima dell’alba nel mese di dicembre.
Questa animazione mostra la traiettoria della cometa ISON attraverso il sistema solare interno. La prima sequenza è la cometa vista lungo la sua orbita e nella seconda sequenza è una vista perpendicolare all’orbita della ISON.Come tutte le comete, ISON è una macchia di gas congelati misti a polvere. Spesso descritte come “palle di neve sporca”, le comete emettono gas e polvere ogni volta che si avventurano  vicino al Sole e il materiale ghiacciato si trasforma in gas attraverso un processo chiamato sublimazione. Il 1 ottobre 2013, ISON è passata avicino a Marte ad una distanza di circa 6,5 milioni di miglia (10.500 mila km) Alla fine di novembre, ISON scatenerà fiumi di polvere durante il suo incontro ravvicinato con il Sole a contatto quindi con il forte calore sprigionato dalla nostra stella e tutti i satelliti di monitoraggio soalre (SOHO) registreranno il suo passaggio. In questo periodo la cometa può diventare abbastanza brillante da poter essere vista solo alzando la mano per bloccare la luce abbagliante del Sole. Ma il destino di ISON  non termina qui. Qualunque cosa accada, gli scienziati saranno in grado di imparare di più sulle comete, su come queste interagiscono con il Sole. Successivamente ISON  per effetto fionda della gravità del Sole, questa si sposta verso la Terra, dove sarò visibile nel crepuscolo mattutino fino a dicembre. Secondo la NASA la Cometa ISON scuoterà la Terra il 26 dicembre 2013, quando si avvicinerà a 40 milioni di miglia, ovvero a circa 65 milioni di km.Link

GOCE ULTIME NOTIZIE DEL RIENTRO SULLA TERRA

goce_thumb GOCE, le ultime notizie sul rientro 
GOCE è alla fine del suo viaggio. Protezione Civile e ESA non escludono che alcuni frammenti del satellite possano cadere sull'Italia, ma le probabilità di essere colpiti sono bassissime. Ecco gli orari potenzialmente più pericolosi e gli ultimi aggiornamenti.

goce b AGGIORNAMENTO DI DOMENICA 11 NOVEMBRE. Questa mattina l'ASI - Agenzia Spaziale Italiana ha nuovamente spostato in avanti, rispetto alle precedenti comunicazioni, la finestra di possibile rientro a terra di GOCE.E' stato escluso un eventuale impatto dei frammenti del satellite sul nostro territorio nella mattinata di oggi, mentre non è ancora possibile escludere la pur remota possibilità che una o più parti possano cadere in Italia nelle altre due finestre temporali già indicate: dalle 19.44 alle 20.24 di oggi interessando potenzialmente i territori di Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Sardegna, e dalle 7.48 alle 8.28 di domani, lunedì 11 novembre, coinvolgendo potenzialmente il Sud (Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia). L'ASI continuerà a rilasciare periodicamente le previsioni di rientro di GOCE e manterrà aggiornato il sistema di  protezione civile.Il satellite GOCE ha inziato la fase finale del suo viaggio e ora sta puntando decisamente verso la Terra. Al momento non è ancora possibile stabilire con precisione se e quanti frammenti del satellite resiteranno all'impatto con l'atmosfera nè dove potrebbero potenzialmente cadere, ma la situazione è costantemente tenuta sotto controllo dagli esperti dell' ESA, l'Agenzia Spaziale Europea.Nell'ultimo aggiornamento di oggi gli scienzati hanno spostato in avanti la finestra temporale per il rientro del satellite, che si aprirà alle 22 di stasera e si chiuderà nella tarda mattinata di lunedì. Attualmente, si legge nel comunicato stampa pubblicato sul sito della Protezione Civile, non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio. Le finestre di interesse per l’Italia sono, per ora, tre: dalle 8.26 alle 9.06 di domenica, 10 novembre,coinvolgendo potenzialmente il Centro-Nord (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia-Romagna, Toscana, Sardegna); dalle 19.44 alle 20.24 sempre di domenica interessando potenzialmente i territori di Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Sardegna;dalle 7.48 alle 8.28 di lunedì 11 novembre, periodo per il quale non sono ancora disponibili informazioni poiché sono ancora in corso le elaborazioni delle traiettorie possibili da parte di ASI.Non è comunque il caso di lasciarsi prendere dal panico: le probabilità di un impatto al suolo, e in particolare sulla terraferma, sono veramente poche.L' ESA continuerà comunque a monitorare la situazione e rilascerà aggiornamenti continui delle previsioni di rientro così da mantenere informato il sistema della Protezione Civile. Al momento, per l'Italia, è stato attivato un gruppo speciale che sta seguendo l'evolversi della situazione e che è composto da tecnici del Dipartimento nazionale della Protezione Civile, dell’ASI stessa, del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, dell’ENAV, dell’ENAC, di ISPRA, del Comando Operativo Interforze e del Friuli Venezia Giulia in rappresentanza di tutte le Regioni. Link

domenica 3 novembre 2013

SATELLITE GOCE ALLERTA DELLA PROTEZIONE CIVILE

goce

Satellite «impazzito» sta per cadere sulla Terra: allerta Protezione Civile

 

_48193679_goce_466in Il satellite «Goce» potrebbe cadere sulla Terra tra il 3 e il 9 novembre: per adesso è impossibile prevedere dove. Frammenti in caduta libera fino a 95 chili.  Padova, 3 novembre 2013 – È già accaduto nel settembre di due anni fa, senza gravi conseguenze. Ma è ancora allarme per un satellite «incontrollato» che rientra sulla Terra. L’impatto è previsto nelle prossime ore: non si sa dove, non si sa quando. Si tratta del satellite «Goce» (Gravity field and steady state Ocean Circulation Explorer) dell’Agenzia spaziale europea, lanciato il 17 marzo 2009 con l’obiettivo di produrre una mappa gravitazionale, precisa e ad alta risoluzione, del nostro pianeta.Un evento che ovviamente ha fatto scattare l’allerta della protezione civile che sta monitorando la situazione sulla base dei dati forniti dall’Agenzia spaziale italiana: è stato costituito un gruppo composto da tecnici del cdpartimento nazionale di Protezione civile, dell’ASI, del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, dell’Enav, dell’Enac, di Ispra, del Comando Operativo Interforze e del Friuli Venezia Giulia in rappresentanza di tutte le regioni.La finestra temporale ipotizzata per il rientro di «Goce» va dal 3 al 9 novembre, con una notevole incertezza legata al fatto che lo stesso satellite, pur essendo senza carburante, non ha ancora perso il controllo del suo assetto. Secondo le informazioni fornite da Asi, inoltre, dal momento in cui questo avverrà, «Goce» impiegherà circa 3 giorni per rientrare sulla Terra, in modo incontrollato, e solo 24 ore prima della sua caduta l’Agenzia spaziale potrà fornire le curve attendibili di un eventuale attraversamento del territorio italiano. Dunque, quando e dove i probabili frammenti del satellite cadranno sulla terra non può ancora essere previsto, anche se si sa che l’area interessata si limiterà sempre di più con il passare del tempo e l’affinamento delle previsioni. Esa prevede che la maggior parte di «Goce», che oggi pesa circa 1 tonnellata, è lungo 5 metri e non contiene materiale pericoloso, si disintegrerà nell’atmosfera e che solo alcune piccole parti (di cui la più pesante non dovrebbe superare i 95 kg) potrebbero resistere fino all’impatto con la superficie terrestre. L’Agenzia spaziale europea rilascerà periodicamente le previsioni di rientro e manterrà tutti gli stati membri dell’Unione Europea e le autorità competenti costantemente aggiornate, anche per consentire di informare la popolazione su eventuali pericoli. Link

lunedì 28 ottobre 2013

COMETA ISON : LA CINA CONFERMA DUE UFO LA SCORTANO



 

ISON, CONFERME DALLA CINA: LA COMETA DEL SECOLO E' SCORTATA DA DUE CORPI "SCONOSCIUTI"

 

12783-16 Non sembra proprio dover essere smentita ufficialmente la notizia che Ison, cometa del secolo cui spettacolo è previsto per la fine del mese di Dicembre, sarebbe letteralmente scortata da due oggetti sconosciuti. Vi avevamo mostrato un video, simile a quello che vi stiamo per proporre oggi, ma non identico: ad immortalare il fenomeno un radar spaziale cinese, in entrambi i filmati che vi abbiamo proposto, ma questo diffuso da poco ritrae nel dettaglio i due 'lati' della cometa, dove si trovano questi oggetti sconosciuti che la accompagnano nel tempo.Riprendendo la cometa Ison in viaggio verso il nostro sistema solare, lo strumento astronomico ha messo in evidenza due strani oggetti a forma di sigaro che stanno costeggiando la cometa stessa. Al momento non vengono tuttavia definiti i dettagli circa la provenienza di queste particolari forme, ne quantomeno la Nasa è intervenuta sul fenomeno. Link Leggi anche : Cometa Ison un astronave Aliena ?

domenica 28 luglio 2013

BOLIDE ENORME NEI CIELI DEI CARAIBI

 Caraibi, fenomeno astronomico ripreso dalla webcam
bolidex Diverse persone hanno segnalato recenti avvistamenti relativamente a fenomeni descritti come brillanti “stelle cadenti”, a Porto Rico, nel Nord Est del Mar Dei Caraibi. A riferirlo è la Caraibi Astronomical Society (SAC).L’istituzione scientifica ha spiegato che la Terra si sta avvicinando ad un importante sciame di meteoriti e che questi fenomeni saranno sempre più visibili nel corso dei prossimi giorni.Uno di questi bolidi è stato immortalato da una webcam locale, dove viene mostrato l’ammasso luminoso lo scorso 21 luglio muoversi molto velocemente. All’inizio risulta poco visibile, mano mano che compie il suo tragitto tuttavia si illumina sempre di più fino a diventare ‘importante’ e spadroneggiare nel cielo per circa 3-4 secondi. Sopra il video pubblicato su Youtube. Link

martedì 28 febbraio 2012

ASTEROIDE APOPHIS PREOCCUPA LA NASA....


 Osservato speciale, l'asteroide Apophis preoccupa la Nasa: potrebbe colpirci nel 2029

 Negli ultimi anni “l’asteroide killer” che punta verso la Terra, minacciando l’intera umanità e l’esistenza stessa del nostro Pianeta, è stato il soggetto preferito delle produzioni fantascientifiche hollywoodiane. Le storie catastrofiste impresse sulla pellicola potrebbero però concretizzarsi da qui ai prossimi 20 anni. Gli scienziati dell’Agenzia spaziale europea (Esa), come anche quelli della corrispondente statunitense (Nasa), stanno infatti tenendo sotto stretta osservazione un enorme asteroide che potrebbe schiantarsi contro il nostro Mondo già nel 2029. L'Esa, vista la gravità della minaccia, ha deciso di stanziare milioni di euro per elaborare delle soluzioni capaci di proteggere la Terra. Il nemico da abbattere si chiama Apophis (come il dio egizio della malvagità e della distruzione), una roccia che vanta un inquietante diametro di circa 1.000 metri e che, nel caso in cui entrasse in rotta di collisione con la Terra, cambierebbe profondamente, o peggio spazzerebbe via, ogni forma di vita sul nostro mondo. Strategie per salvare il mondo da Apophis - Le agenzie spaziali, consapevoli degli alti rischi, avrebbero preso in esame tre scenari ed altrettante modalità per neutralizzare Apophis. Il primo scenario preso in esame dai ricercatori dell’Esa prevede l'invio di una sonda che colpisca l'asteroide alla massima velocità possibile; il secondo la deviazione "indiretta" del corpo celeste, effettuata utilizzando una sonda di altro genere che affianchi per diversi anni l'asteroide, influenzandone la traiettoria e agendo sul campo gravitazionale, attirandolo lontano dalla Terra; il terzo, una sorta di "ultima possibilità di salvezza", la frantumazione attraverso una serie di esplosioni nucleari ad alto potenziale. Asteroidi sono una minaccia - Ad oggi, va comunque precisato, i calcoli porterebbero ad escludere per il 13 aprile del 2029 un vero e proprio impatto con la Terra o la Luna, ma questo non significa che non si debba restare vigili. Apophis sfiorerà infatti la Terra, passando ad una distanza di appena 36mila chilometri: poco al di sopra delle orbite dei satelliti geostazionari. Scongiurato il pericolo Apophis tornerà a minacciarci dopo pochissimi anni. Esiste la possibilità che l’asteroide si rifaccia vivo nel 2036, ma nel caso gli astronomi sembrano esser più fiduciosi e meno preoccupati. Quali le conseguenze di un impatto con la Terra? - L’agenzia spaziale statunitense ha provato a definire l’energia che si verrebbe a generare da un impatto di Apophis con il nostro pianeta basandosi sulle misure e sulla velocità della pericolosa roccia spaziale. L’ultima stima parla di 510 megatoni di Tnt. Cosa significa oggettivamente? L’eruzione del vulcano Krakatoa, del 1883, fu di 200 megatoni, mentre la più potente bomba nucleare fatta esplodere aveva un potenziale di appena 57 megatoni. Link

domenica 15 gennaio 2012

PHOBOS-GRUNT PRECIPITATA NELL’OCEANO PACIFICO

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I resti della sonda russa Phobos-Grunt sono precipitati alle 18:45 nell’oceano Pacifico

 

“I resti della sonda”, russa, “Phobos-Grunt sarebbero precipitati”, alle 18,45 ora italiana, “nel Pacifico”. Lo ha annunciato un portavoce delle forze spaziali di Mosca, Alexei Zolotukhin. Secondo il portavoce della Difesa Aerospaziale russa, il colonnello Alexei Zolotukhi, la sonda e’ caduta in mare a 1.250 km ad ovest della costa dell’Isola cilena di Wellington. Non e’ ancora chiaro se si tratta di tutti i resti di Phobos-Grunt o solo di una parte. In precedenza l’agenzia spaziale russa Roskosmos aveva indicato genericamente nell’Atlantico la zona di impatto. La sonda era stata lanciata lo scorso 8 novembre dal cosmodromo russo di Baikonur, in Kazakistan, assieme ad un piccolo satellite cinese. Phobos-Grunt, pero’, non ha mai preso la strada per il pianeta rosso, bloccandosi all’altezza dell’orbita terrestre e cominciando una lenta caduta incontrollata. La motivazione ufficiale e’ un malfunzionamento del sistema di propulsione Fregat. Link

venerdì 13 gennaio 2012

PHOBOS GRUNT CADRA' SULLA TERRA DOMENICA 15 GENNAIO

 

La Sonda Russa Phobos Grunt cadrà sulla terra Domenica 15 Gennaio

L’agenzia spaziale Roskosmos ha comunicato che la sonda spaziale ”Phobos Grunt”, lanciato lo scorso 9 Novembre senza successo, raggiungerà la terra questa domenica. La sonda pesa 13 tonnellate, tuttavia non si hanno ancora indicazioni precise su dove avverrà l’impatto con il nostro pianeta. La sonda è stata lanciata due mesi fa dal cosmodromo russo di Baikonur, nel Kazakhstan e al suo interno alloggiano strumentazioni Russe, Cinesi ed Europee. La sua missione era raggiungere Phobos, la luna di marte, per prelevare dei campioni di roccia che sarebbero poi tornati sulla terra per essere esaminati, ma a quanto pare questo non sarà più possibile. La zona più probabile per l’impatto è stimata  sull’Oceano Indiano, dove precipiteranno circa 30 pezzi di alcuni quintali della sonda, che non verrà completamente disintegrata dall’atmosfera. La missione è fallita già dal suo lancio in quanto un propulsore non si è acceso correttamente causando una traiettoria non regolare al satellite che non può neanche raggiungere Marte. Il problema, oltre all’impatto, potrebbe essere il carburante tossico che essa rilascerà al suo schianto. Scopriremo domani quali conseguenze causerà la sonda Russa  Phobos Grunt. Link