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Visualizzazione post con etichetta galassie. Mostra tutti i post
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sabato 8 giugno 2024

Lune ghiacciate, mondi oceanici e vita oltre la Terra


Lune ghiacciate, mondi oceanici e vita oltre la Terra 

La vita, almeno come la conosciamo, richiede tre ingredienti principali: molecole organiche, energia e acqua liquida . Cose semplici e facili da trovare qui sulla Terra.Ma ciò che ci mostrano gli ultimi decenni di ricerca spaziale è che la presenza di questi ingredienti contemporaneamente è rara.Se guardiamo il nostro sistema solare, i pianeti e le lune, vediamo che ci sono alcuni luoghi, o mondi, con molecole organiche, fonti di energia e acqua liquida. Questo è il caso delle lune ghiacciate dei pianeti del sistema solare esterno.Mondi ghiacciati e oceanici

La luna ghiacciata/oceanica più famosa è, senza dubbio, Europa. Gli astronomi ritengono che questa luna di Giove contenga un grande oceano proprio sotto la sua crosta ghiacciata. La possibilità della vita su questa luna è stata anche oggetto del film Europa Report del 2013.Anche altre lune rientrano in questa classificazione dei mondi oceanici, come Ganimede e Callisto, anch'esse in orbita attorno a Giove, Encelado, Titano e Minas, che orbitano attorno a Saturno, e Tritone, la luna di Nettuno.

E anche il nostro ex nono pianeta, ora pianeta nano, si unisce a questa lista. Plutone ha segni recenti che suggeriscono un oceano nascosto nel suo sottosuolo.Perché cercare la vita sulle lune?Acqua liquida, molecole organiche ed energia. I tre componenti fondamentali per la vita come la conosciamo.

Se in questi mondi oceanici c’è acqua liquida, deve esserci una fonte di energia, o calore, che la mantiene in quello stato. Se consideriamo che i composti organici sono relativamente comuni nell'universo, questi oceani sotterranei sono luoghi perfetti per la vita. Sul nostro pianeta, ad esempio, ovunque ci siano questi tre componenti, c'è una grande presenza di microrganismi. Almeno.Un altro fattore che contribuisce all'ipotesi della vita negli oceani di questi mondi ghiacciati è proprio lo spesso strato esterno di ghiaccio, che funge da protezione dalle radiazioni...

lunedì 13 maggio 2024

La Via Lattea ospita più di 30 civiltà aliene avanzate

 La Via Lattea ospita più di 30 civiltà aliene avanzate 

Ci chiediamo sempre se esistano forme di vita come noi. La scoperta di forme di vita intelligenti potrebbe rivelare molto sul cosmo, compreso quanto siamo insignificanti sulla sua scala.Ma dopo aver trovato queste creature, gli scienziati saranno in grado di sfatare un mito di lunga data che li ha lasciati perplessi sin dal nostro primo viaggio sulla Luna nel 1969.Se non esistono altre specie viventi, allora ogni cultura che sia mai esistita ed esisterà ha una data di scadenza.Secondo l'ultimo rapporto di Christopher Conselice, sul pianeta dovrebbero esistere almeno 30 società intelligenti. Di conseguenza, ha sviluppato il “Limite Astrobiologico Copernicano”, un sistema che stima la probabilità che la vita si evolva da sola attraverso l’evoluzione basata sulla nostra attuale evoluzione.Secondo i risultati della simulazione, la vita deve essersi evoluta in meno di 5 miliardi di anni e, secondo il robot, devono esistere ancora circa 36 civiltà nel nostro sistema conosciuto.Raggiungerli richiederà molto tempo poiché distano da noi circa 17.000 anni luce Se scoprissimo che durante questo periodo è scomparsa una civiltà più o meno sofisticata, ciò potrebbe costituire un serio avvertimento che la nostra stessa civiltà è sull’orlo dello stesso precipizio. Ma quali sono i tuoi pensieri?Link

domenica 12 maggio 2024

Una luce proveniente da una galassia lontana forma un’incredibile Croce di Einstein

 

Una luce proveniente da una galassia lontana forma un’incredibile Croce di Einstein

Sebbene raro, l’Einstein Cross è un fenomeno già avvistato in passato.Una galassia ”moltiplicata” è apparsa nelle immagini in un telescopio grazie alla lente gravitazionale, un fenomeno noto come la croce di Einstein. Il nome è un riferimento alle previsioni della Teoria della Relatività Generale di Albert Einstein sulle galassie a forma di croce. Quando un oggetto massiccio (come una galassia o un ammasso di galassie) si trova tra la Terra e un altro oggetto molto più distante in un allineamento quasi perfetto, la luce dell’oggetto sullo sfondo viene amplificata e distorta dal campo gravitazionale dell’oggetto massiccio in primo piano. Questo fenomeno ingrandisce così tanto la galassia di fondo che consente agli astronomi di osservare galassie molto distanti che altrimenti non sarebbero rilevabili, da cui il nome lente gravitazionale. A volte, il rallentamento assume forme curiose, come l’Einstein Ring e la meno famosa Einstein Cross.



Nell’immagine è possibile notare la stessa galassia moltiplicata quattro volte da una lente creata dalla gravità dell’oggetto arancione al centro. A causa della grande massa, lo spazio-tempo intorno ad esso è distorto in modo che parte della luce proveniente dalla galassia sullo sfondo si divida e si diriga in percorsi diversi. Le distorsioni nello spaziotempo si verificano ovunque, intorno a tutti gli oggetti macroscopici dotati di massa: questo fenomeno è ciò che chiamiamo gravità ed è ciò che ci tiene sulla superficie terrestre. Anche le particelle di luce sono influenzate dalla gravità, mentre viaggiano nello spazio-tempo, ma la loro velocità consente un comportamento diverso. Quando attraversa grandi campi gravitazionali, parte della luce emessa dalla galassia esterna segue il percorso curvo di questo campo, aggirando l’oggetto massiccio a metà strada. È un po’ come guidare su una strada finché non ci si trova ad un incrocio che divide il percorso in quattro corsie diverse e l’auto si moltiplica per andare in tutte le direzioni contemporaneamente. Di conseguenza, la luce della galassia arriva a noi con un aspetto molto diverso dalla sua vera forma, ma, fortunatamente, gli astronomi dispongono di algoritmi in grado di ricostruire l’immagine originale della galassia per studiarla. Sebbene sia un evento raro, questa non è la prima volta che gli scienziati hanno trovato una croce di Einstein. Alcuni anni fa, gli astronomi hanno trovato la galassia ZW 2237+030, a 400 milioni di anni luce di distanza nella costellazione di Pegaso, che rallentava un quasar a 8 miliardi di anni luce di distanza. L’immagine del quasar appare, anche in questo caso, sotto forma di croce. Un documento che dettaglia la nuova croce di Einstein è stato accettato da The Astrophysical Journal Letters ed è disponibile su arXiv.org. Da:Link


martedì 7 maggio 2024

Stella insolita brilla nella nostra galassia , presenza di vita extraterrestre?


Stella insolita brilla nella nostra galassia , presenza di vita extraterrestre?

Una stella insolita nella nostra galassia brilla, suggerendo la presenza di vita extraterrestre Nella nostra galassia è stata scoperta una stella insolita che lampeggia come se qualcuno stesse giocando con il suo interruttore. Questo strano comportamento ha sconcertato gli scienziati e ha sollevato un’intrigante possibilità: potrebbe essere un segno di vita extraterrestre?Il 29 aprile, in una conferenza al Gresham College di Londra, il professore di astrofisica dell'Università di Oxford Chris Lintott ha parlato della stella Boyajian nella costellazione del Cigno, conosciuta anche come stella di Tabby. Negli ultimi anni, le sonde spaziali e gli osservatori hanno studiato da vicino la sua imprevedibile attenuazione e luminosità."Il comportamento di questa stella è straordinario", ha detto Lintott. “La
sua luminosità diminuisce bruscamente e poi aumenta con balzi rapidi e irregolari. Non segue alcuno schema ed è l’unico del suo genere nella nostra galassia”.Quando il comportamento insolito di Boyajian fu scoperto per la prima volta nel 2012, l'osservatorio spaziale Kepler studiò la stella in grande dettaglio. Queste misurazioni hanno mostrato che un'enorme quantità di materiale blocca periodicamente la luce della stella e la circonda strettamente.Le teorie sulla strana stella includevano ammassi di asteroidi, anelli di polvere e comete in disintegrazione. Tuttavia, ciò che ha ricevuto maggiore attenzione è il suggerimento degli scienziati della Penn State University secondo cui la massa in eclisse potrebbe essere un’enorme megastruttura aliena, chiamata anche sfera di Dyson.Una sfera di Dyson è un'ipotetica megastruttura proposta dal...

martedì 2 aprile 2024

L'umanità si sta gradualmente avvicinando alle moderne civiltà extraterrestri...

L'umanità si sta gradualmente avvicinando alle moderne civiltà extraterrestri di alieni, creando una nuova era in tutto l'universo nel futuro

Nel grande arazzo del cosmo, l’umanità si trova al culmine di un’epoca straordinaria, una congiuntura epocale che promette di ridefinire la nostra comprensione dell’esistenza e il nostro posto nell’universo. Mentre attraversiamo la vasta distesa dello spazio e approfondiamo i misteri del cosmo, ci stiamo avvicinando costantemente a una pietra miliare fondamentale: il potenziale incontro con le moderne civiltà extraterrestri di alieni. Questa convergenza di mondi annuncia l’alba di una nuova era, che promette di creare connessioni interstellari e plasmare il destino dell’umanità e delle civiltà aliene. Nel corso degli annali della storia, il fascino dell’umanità per la possibilità della vita extraterrestre è stato una forza trainante dietro la nostra esplorazione del cosmo. Dalle antiche civiltà che immaginavano divinità ed esseri celesti all'era moderna dell'esplorazione spaziale e della ricerca scientifica, la ricerca della vita extraterrestre ha affascinato l'immaginazione di generazioni, alimentando la nostra ricerca per svelare i misteri dell'universo.Gli ultimi decenni hanno visto notevoli progressi nella tecnologia e nella comprensione scientifica che ci hanno portato più vicini che mai alla realizzazione di questo sogno secolare. La scoperta di esopianeti in orbita attorno a stelle lontane, gli allettanti indizi di vita microbica su Marte e la continua ricerca di segnali extraterrestri nel cosmo hanno tutti contribuito alla crescente quantità di prove che suggeriscono che non siamo soli nell’universo.Ma non è solo la nostra abilità tecnologica a spingerci verso la possibilità di incontrare moderne civiltà extraterrestri. È anche la nostra comprensione in evoluzione di noi stessi e del nostro posto nel cosmo. Man mano che arriviamo a riconoscere l’interconnessione di tutta la vita e la fragilità della nostra stessa esistenza, stiamo iniziando ad apprezzare l’importanza della cooperazione e della collaborazione su scala globale.Questo cambiamento di coscienza si riflette...

lunedì 1 aprile 2024

Gli universi paralleli esistono e presto saremo in grado di usarli

 

Fisico:Gli universi paralleli esistono e presto saremo in grado di usarli (Video)

Molti si sono chiesti cosa sono gli universi paralleli e se esistono veramente.Un universo parallelo si basa ad una dimensione o universo parallelo separato e distinto dal nostro ma coesistente con esso; nella maggioranza dei casi immaginati è identificabile con un altro continuum spazio-temporale.Un tempo, la parola universo significava tutto ciò che esiste. Ogni cosa. Ma negli ultimi anni le scoperte della fisica e della cosmologia hanno portato un certo numero di scienziati a concludere che il nostro universo potrebbe essere uno dei molti esistenti.Secondo il fisico teorico Sean Carroll, gli universi paralleli esistono senza dubbio, e gli umani, molto presto, saranno in grado di
viaggiare grazie a loro.Carroll ha partecipato al podcast di Joe Rogan Experience, dove ha condiviso le sue opinioni su una nuova teoria riguardante gli universi paralleli , annunciando anche che presto inizierà un tour di conferenze in Australia per fornire maggiori dettagli su questa nuova teoria.Per supportare la teoria del multiverso , Carroll usa il teorema di Bell , un concetto fondamentale nella meccanica quantistica. Questo teorema mira a spiegare come le particelle possono interagire tra loro prima di rimanere impigliate e continuare su percorsi separati.Sean Carroll è convinto che l’universo non sia iniziato in una grande esplosione ma sia un’entità infinitamente vecchia, che si espande costantemente e in cui il tempo possa scorrere “sia in avanti che all’indietro”. Le sue teorie sul tempo sono raccolte in un libro uscito anche in Italia:...

venerdì 29 marzo 2024

Cern : Catturatolo spettro degli acceleratori di particelle

Cern : Catturatolo spettro degli acceleratori di particelle

Al Cern di Ginevra è stato catturato uno degli 'spettri' invisibili che infestano tutti gli acceleratori di particelle: è un fenomeno che avviene in 4D e che provoca molti problemi, poiché devia la traiettoria dei fasci di particelle. È riuscito ora a misurarlo e quantificarlo un gruppo di ricercatori del Cern e della Società tedesca per la ricerca sugli ioni pesanti di Darmstadt, che ha pubblicato i risultati ottenuti sulla rivista Nature Physics. Il successo costituisce un passo avanti verso la soluzione di un problema universale per gli acceleratori e per ottenere quella elevata precisione richiesta dagli esperimenti in corso e da quelli futuri."In tutti gli esperimenti che indagano la materia è necessario far collidere fasci di particelle: aumentando il numero di collisioni, aumentano anche le probabilità di riuscire ad osservare il fenomeno cercato", spiega all'ANSA Giuliano Franchetti del Gsi Helmholtzzentrum, co-autore dello studio insieme a Hannes Bartosik e Frank Schmidt del Cern. "Tuttavia, questa non è un'impresa facile, perché le particelle cariche si respingono a vicenda e con un numero più elevato di queste intervengono effetti difficili da controllare. Questi effetti - commenta Franchetti - sono importanti per l'alta luminosità del Large Hadron Collider e per il progetto Fair a Darmstadt".Il 'fantasma' protagonista dello studio è il risultato di un fenomeno noto come 'risonanza', che si verifica quando due sistemi interagiscono tra loro e si sincronizzano su una frequenza capace di amplificare il moto del sistema stesso. Ad esempio, spingendo una persona sull'altalena si imprimono delle spinte sempre sincronizzate con il moto dell'altalena: spinta dopo spinta, l'oscillazione diventa sempre più ampia e più veloce. "È un fenomeno che avviene anche nello spazio, ad esempio negli anelli di Saturno vi sono delle risonanze - dice Franchetti - ma ci sono più tipi di risonanze e quello che abbiamo osservato si sviluppa in uno spazio a quattro dimensioni, quindi complesso".Link 

mercoledì 27 marzo 2024

Big Bang:ascolta l'inquietante audio

Questo è il suono del Big Bang, ascolta l’audio: è inquietante

Il segnale elettromagnetico più antico che possiamo analizzare è la radiazione cosmica di fondo, una testimonianza del Big Bang che arriva da 13,8 miliardi di anni fa. Ecco cos’è e perché è così importanteUna delle cose più affascinanti dell’universo è che in qualunque istante siamo letteralmente immersi in un mare di fotoni di una radiazione elettromagnetica che proviene dal Big Bang. Pensate che ancora oggi continuiamo ad avvertire un po’ di quel calore che c’era all’inizio. Se accendete una radio, ad esempio, una piccola parte del rumore statico è dovuto alla radiazione cosmica di fondo, di cui abbiamo parlato anche in un precedente articolo. Ma cos’è di preciso e perché è così importante per la scienza? L’eco del Big Bang Per capirlo dobbiamo tornare per un attimo a circa 300mila anni dopo il Big Bang. Nell’universo, all’epoca, non c’era nulla di quello che vediamo oggi. Non c’erano stelle, né galassie, solo protoni ed elettroni. C’erano anche nuclei di elio formati da due protoni e due neutroni e piccole tracce di altri nuclei leggeri. La maggior parte della materia, però, era composta da protoni: molti scienziati sostengono ci fossero anche neutrini e forse tracce di particelle di materia oscura che ancora non sappiamo spiegare con esattezza.Poi c’erano i fotoni. Sono le particelle che compongono la luce e qualsiasi altro tipo di radiazione elettromagnetica. Insomma, nell’universo, all’epoca, c’era tanta luce e tanto calore. Normalmente i protoni e gli elettroni tendono a legarsi fra loro per formare atomi di idrogeno, ma in una situazione come quella non avrebbero potuto, perché c’erano troppi fotoni e la temperatura era troppo alta. Tra l’altro i fotoni interagiscono con le particelle cariche elettricamente come gli elettroni, quindi non avrebbero potuto viaggiare liberamente.La radiazione cosmica di fondoSe vi foste trovati lì, avreste visto nient’altro che nebbia incandescente, un po’ come essere all’interno di una stella. Sappiamo, però, che l’universo si stava espandendo e anche la radiazione elettromagnetica ha subito l’effetto del redshift (lo spostamento verso il rosso). Quindi la frequenza della radiazione elettromagnetica si è abbassata, la sua energia è diminuita e a un certo punto, quando l’universo aveva circa 380mila anni la temperatura era bassa a sufficienza da non riuscire più a rompere gli atomi di idrogeno. Protoni ed elettroni si legarono tra loro formando gli atomi di idrogeno, la luce si liberò e i fotoni iniziarono a propagarsi nell’universo.Il viaggio dei fotoniMettiamoci nei panni di questi fotoni che iniziano a viaggiare nello spazio vuoto per 13,8 miliardi di anni. A un certo punto uno di questi finisce per essere catturato da un’antenna che si trova nel New Jersey (Usa). È l’antenna grazie alla quale gli astronomi Penzias e Wilson scoprirono per la prima volta, nel 1964, l’esistenza della radiazione cosmica di fondo. È una delle scoperte più importanti della storia della scienza dandoci la prova diretta che l’universo era caldo e denso, in passato. Che è esattamente quello che dice il modello del Big Bang. Il fatto che questa radiazione poi sia molto uniforme ci dice anche che non esistono punti speciali nell’universo e che ogni punto dello spazio è equivalente a tutti gli altri punti. È stupefacente pensare di essere in ogni istante immersi in questo mare di radiazione che proviene dall’universo.Link

sabato 9 marzo 2024

Buco nero a due passi dalla Terra, e potrebbe insegnarci il teletrasporto...

 

Scoperto un buco nero a due passi dalla Terra, e potrebbe insegnarci il teletrasporto

Il pianeta Terra è continuamente inondato di raggi cosmici che arrivano dalle profondità dell'universo. Questi segnali misteriosi sono ancora un mistero per gli scienziati che ancora non ne sanno molto a riguardo.Ora però un piccolo buco nero trovato non lontano da noi potrebbe aiutarci a capire come possano attraversare l’Universo e colpire la Terra quasi alla velocità della luce. Questo oggetto funzionerebbe come un acceleratore di particelle naturale che sta accelerando i raggi.Da dove arrivano i raggi cosmici?"Negli ultimi anni avremmo potuto dire: 'sì, c'è l'accelerazione delle particelle. Come? Impossibile dirlo. Ma c'è'", ha spiegato Laura Olivera-Nieto, autrice dello studio e ricercatrice presso l'Istituto Max Planck per la fisica-nucleare di Heidelberg, in un'intervista.Quando Olivera-Nieto e colleghi hanno osservato questo oggetto, hanno scoperto che c’era un grande divario tra i getti. Potevano vedere piccole spirali attorno al buco nero, a circa 0,1 parsec di distanza, poi più nulla, e i getti riapparivano circa 75 anni luce più in là. Gli scienziati pensano che il divario sia il punto in cui le particelle vengono accelerate fino a raggiungere la velocità della luce.Ora stiamo entrando in un'era in cui possiamo effettivamente rispondere ha queste due domande fondamentali, hanno detto i ricercatori. Da dove arrivano? Come nascono?Link

venerdì 1 marzo 2024

Supernova colpì la Terra rendendola abitabile?

 Supernova colpì la Terra rendendola abitabile

Il Sistema Solare in formazione fu sconvolto dalle radiazioni di una supernova, le radiazioni riscaldarono i pianeti evitando che la Terra diventasse un mondo ghiacciato.Secondo una nuova ricerca le condizioni che hanno permesso la nascita e lo sviluppo della vita sul nostro pianeta sarebbero dovute anche ad un’antica stella localizzata non lontano dal Sole. Sono due i modelli di sistemi planetario che si sarebbero potuti formare alle origini, secondo le simulazioni del National Centre of Competence in Research PlanetS in Svizzera. Nel primo caso abbiamo pianeti che presentano una quantità ridotta di acqua e nel secondo mondi oceano ghiacciati, per la mancanza di una stella massiccia nei dintorni. Oggi lo scenario, nel nostro Sistema Solare, è quello del primo modello, grazie a questa grande ed antica stella del passato.La presenza di questo grande corpo celeste è un elemento in grado di spiegare perché la nostra Terra sia così relativamente secca mentre gli altri corpi celesti del Sistema Solare interno risultino completamente aridi. Nelle fasi iniziali della nascita dei pianeti, questi si riscaldano dall’interno, facendo evaporare una parte del ghiaccio d’acqua mentre il restante viene inglobato dal pianeta stesso. I modelli, spiegano gli esperti, hanno prodotto dei pianeti con un nucleo, un mantello e una crosta. Se il contenuto in acqua di un pianeta roccioso risultasse elevato, il mantello risulterebbe interamente ricoperto da un colossale oceano globale, con uno strato impenetrabile di ghiaccio sul fondale. A questo punto un riscaldamento improvviso avrebbe dirottato il nostro pianeta verso un destino diverso. Cosa ha prodotto questo riscaldamento? Probabilmente l’esplosione di una supernova poco lontano dal Sole, un evento che produsse elementi radioattivi, come l’allluminio-26 e permise al nostro pianeta di essere abitabile.Link

giovedì 29 febbraio 2024

Motori ad antimateria per i viaggi interstellari

Motori ad antimateria per i viaggi interstellari: l’idea degli scienziati

Quando le particelle di antimateria entrano in contatto con la materia normale, producono moltissima energia: ecco come si potrebbe sfruttare per i futuri viaggi spaziali.Un’energia tale da portarci su Plutone in poche settimane. No, non è l’incipit di un racconto di fantascienza, ma l’idea dei fisici e degli scienziati di tutto il mondo. D’altronde il viaggio interstellare è qualcosa che l’umanità ha raggiunto solo nella fantascienza, appunto, come in Star Trek, dove si utilizzavano motori ad antimateria per viaggiare attraverso i vari sistemi stellari. Ma l’antimateria esiste davvero. Elon Musk l’ha definita “il biglietto per i viaggi interstellari”. È costituita da particelle quasi identiche a quelle della materia normale, ma con carica elettrica opposta. Ciò significa che quando entra in contatto con la materia ordinaria, viene prodotta un

Viaggiare nello spazio a velocità record’enorme quantità di energia.

“L’annientamento dell’antimateria e della materia converte la massa direttamente in energia”, ha detto il cofondatore di Positron Dynamics, una società che lavora per sviluppare un sistema di propulsione dell’antimateria. Un solo grammo di antimateria potrebbe generare un’esplosione equivalente...

mercoledì 28 febbraio 2024

Xenolinguistica, Il linguaggio alieno nell’Universo...

 

Linguaggio alieno nell’Universo, la Xenolinguistica (Video)

Vediamo come funziona la Xenolinguistica: lo studio del linguaggio alieno nell’Universo 

(Una tavoletta " immagine a lato" dove è inciso un testo in ‘Rongorongo‘, un linguaggio perduto e mai decifrato che potrebbe essere un analogo per studi xenolinguistici)

Sono molte le opere di fantascienza dove viene mostrato e/o parlato un linguaggio incomprensibile al genere umano. Di norma, queste lingue sono specifiche della civiltà aliena di riferimento nell’opera. Tuttavia, la realtà potrebbe non essere tanto differente dalla finzione: in futuro, se immaginiamo un possibile contatto con una civiltà aliena avanzata, potremmo seriamente aver bisogno di comprendere la sua lingua. Ma che strumenti abbiamo per farlo? Esiste una scienza che studia ciò? Ebbene si. La Xenolinguistica è una branca della linguistica che studia ipotetici linguaggi extraterrestri. Ovvero, come poter ‘interpretare’ un linguaggio alieno sconosciuto e su cosa esso potrebbe basarsi. Perché non è affatto scontato che una lingua debba basarsi su ‘parole’ scritte o tramandate per via orale per definirsi tale. Assolutamente no.Un esolinguaggio può essere basato, ad esempio, sui gesti. La gestualità (come ad esempio, il movimento delle mani) può definire una parola, una sensazione, un emozione. Pensiamo a forme di vita diverse dalla nostra, basate ad esempio sul Silicio anziché sul Carbonio (costituente essenziale della nostra biologia). Queste forme di vita aliene potrebbero interagire addirittura con articolazioni del corpo che non potremmo nemmeno immaginare che possano esistere. Altri esolinguaggi potrebbero basarsi su ‘eventi‘. Per esempio, se io prendo una roccia e la scaglio lontano, questa ‘azione’ potrebbe significare una ‘parola’ o una ‘frase’."Una grammatica universale" Qualche ricercatore ha anche parlato di ‘grammatica universale‘ secondo la quale si potrebbero basare le fondamenta per la comprensione di qualunque lingua aliena. Insomma, il campo della xenolinguistica è ancora un campo abbastanza oscuro di studio, ma proprio per questo dobbiamo incrementare la ricerca scientifica e linguistica in questo settore nei prossimi anni, perché in un futuro prossimo potremmo seriamente averne bisogno. Approfondiamo l’argomento nel video in coda all’articolo.Link

domenica 18 febbraio 2024

Trovata una nuova super Terra, TOI-715b forse è abitabile...

Gli astronomi hanno trovato una nuova super Terra, e forse è abitabile

TOI-715b è la nuova super Terra in orbita attorno a una stella nana rossa a circa 137 anni luce di distanza da noi. Nonostante la vicinanza del pianeta con il suo astro, rientra nella cosiddetta fascia di abitabilità, infatti quel tipo di stella è molto più debole del nostro Sole e tutte le distanze di quel sistema solare sono da mettere in prospettiva rispetto a quelle del nostro.Tutto questo significa che questo mondo potrebbe avere acqua liquida e potenzialmente vita aliena."Finalmente è arrivata l'era del JWST, e con esso l'era della caratterizzazione atmosferica esoplanetaria dettagliata", scrivono gli autori nel loro articolo riguardante la scoperta.Il JWST ha la capacità di osservare gli spettri delle atmosfere degli esopianeti e determinarne i costituenti. Ma anche se il JWST è enormemente potente, alcuni target presentano migliori opportunità per la spettroscopia di trasmissione rispetto ad altri. TOI-715b è un obiettivo primario perché è vicino alla sua stella. Ciò significa che il JWST non ha bisogno di molto tempo per osservare l'atmosfera del pianeta.Il sistema TOI-715 è un obiettivo interessante per ulteriori studi. TOI-715b sta aspettando il suo turno, ma alla fine il JWST ne esaminerà l'atmosfera. Se questi risultati supporteranno l’abitabilità, l’entusiasmo degli astronomi non potrà che aumentare.Link 

sabato 17 febbraio 2024

Siamo soli nell’Universo? Ultima scoperta degli scienziati

Siamo soli nell’Universo? Ecco l’ultima scoperta degli scienziati

Secondo gli scienziati del SETI, gli eventi galattici luminosi potrebbero aiutarci a scoprire eventuali civiltà extraterrestri.Tra tutte le domande rimaste ancora senza risposta, la questione della vita nell’Universo è sicuramente quella che cattura maggiormente la nostra attenzione. In un Universo il cui limite osservabile è di 46 miliardi di anni luce di distanza, è concepibile che potremmo essere soli, l’unico pianeta tra i milioni e forse miliardi che esistono dove la vita si è evoluta. Un’oasi di vita nell’oceano cosmico. I ricercatori hanno proposto che potrebbe essere possibile utilizzare eventi galattici luminosi (come le supernove) per utilizzarli come una specie di punto focaleLa scoperta del SETI sulla vita nell’Universo per trovare la vita stessa."La scoperta del SETI sulla vita nell’Universo"In un articolo pubblicato sull’Astronomical Journal il 12 febbraio, i ricercatori del SETI hanno spiegato di aver utilizzato il Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS), per circoscrivere questo “ellissoide” nel cielo. Non è altro che una regione dello spazio all’interno della quale qualsiasi civiltà intelligente avrebbe avuto il tempo di osservare un evento astronomico importante, in base al tempo impiegato dalla luce per viaggiare attraverso lo spazio. Il concetto si basa sul fatto che più di una civiltà avrebbe potuto osservare lo stesso evento da diverse posizioni."I dati di TESS"Questa tecnica di ricerca può migliorare significativamente la nostra capacità di identificare potenziali segnali nello spazio. I dati di TESS coprono il 5% di quelli raccolti durante la sua missione di tre anni. Il team ha utilizzato dati di localizzazione 3D avanzati di Gaia (la missione dell’Agenzia spaziale europea che ha sviluppato la mappa 3D più precisa di sempre della nostra Galassia). In questo modo sono stati identificati 32 obiettivi nella regione meridionale della zona di osservazione TESS.link

lunedì 12 febbraio 2024

la “bolla” che avvolge il nostro pianeta...

 

Gli astronomi hanno appena mappato la “bolla” che avvolge il nostro pianeta

Molti di noi potrebbero sentirsi come se vivessero in una bolla, ma in realtà la Terra risiede in una bolla. Pubblicata oggi su Nature , i ricercatori del Centro di Astrofisica e dello Space Telescope Science Institute hanno creato una mappa 3D che ricostruisce la storia evolutiva della “Bolla Locale ”, una cavità di gas freddo e polvere larga 1.000 anni luce che è responsabile per la formazione di tutte le giovani stelle vicine, compreso il nostro sole. Lo studio rivela che la Terra e tutte le stelle e le regioni di formazione stellare entro 500 anni luce dal pianeta risiedono sulla superficie di questa bolla, il che è una buona intuizione, secondo Catherine Zucker , astronoma dello Space Telescope Science Institute e responsabile autore dello studio. Imparare di più su come la Terra è arrivata all’interno della Bolla Locale potrebbe essere un altro passo definitivo verso una migliore comprensione della nostra galassia. "Essenzialmente abbiamo un posto in prima fila per osservare la formazione stellare che avviene sulla superficie intorno a noi", afferma Zucker. Ma mentre gli astronomi conoscono la Bolla Locale da decenni, questa scoperta non è avvenuta in anni di preparazione. In effetti, è stato un incidente. "In realtà è iniziato perché volevamo semplicemente creare una mappa di tutti i principali punti di riferimento, fondamentalmente, nel nostro quartiere galattico", afferma. Ma quella che era iniziata come una tipica incursione nello studio dei bracci a spirale della Via Lattea , si è trasformata in una fantastica rivelazione dopo che il team ha notato che le stelle...

Potrebbe esistere la vita nelle nubi molecolari?

Potrebbe esistere la vita nelle nubi molecolari?

Questa immagine  del telescopio APEX (a lato dx) , di parte della Nube Molecolare del Toro, mostra un sinuoso filamento di polvere cosmica lungo più di dieci anni luce. Potrebbe esistere la vita in nubi molecolari come questa? Credito: ESO/APEX (MPIfR/ESO/OSO)/A. Hacar et al./Digitized Sky Survey 2. Crediti: Davide De Marti

La nostra ricerca della vita oltre la Terra è ancora agli inizi. Ci concentriamo su Marte e, in misura minore, sulle lune oceaniche come Europa di Giove ed Encelado di Saturno. Dovremmo estendere la nostra ricerca per coprire luoghi più improbabili come le nuvole molecolari?L’idea che la vita possa sopravvivere su dei reattori nucleari.altri mondi come Marte o Europa ha acquisito vigore negli ultimi decenni. Gli scienziati hanno scoperto che la vita sulla Terra persiste in alcuni ambienti estremi : sorgenti idrotermali, banchisa antartica, laghi alcalini e persino all’interno Parallelamente a queste scoperte, gli astronomi hanno trovato i mattoni chimici della vita nello spazio. Hanno trovato amminoacidi 

all'interno dei meteoriti, chimica organica nel mezzo interstellare (ISM) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) nelle nubi molecolari .La scoperta degli estremofili e degli elementi costitutivi della vita nello spazio suggerisce che dovremmo ampliare la portata della nostra ricerca della vita. Le nuvole molecolari dovrebbero essere uno dei nostri obiettivi?Le nubi molecolari sono enormi nubi di gas e polvere da cui si formano le stelle. Si chiamano nubi molecolari perché sono costituite principalmente da idrogeno molecolare , sebbene possano contenere molti composti diversi. Sebbene le nubi siano di natura filamentosa, formano ammassi di maggiore densità che a volte diventano stelle.Potrebbe esistere la vita in un ambiente così tenue? Un ricercatore ritiene che valga la pena esplorare la questione. In un articolo intitolato “ Possibilities for Methanogenic and Acetogenic Life in a Molecular Cloud ”, il ricercatore cinese Lei Feng esamina l’idea che la vita sia iniziata nello spazio come metanogeni o acetogeni, batteri che producono metano e acido acetico come sottoprodotti. Questi potrebbero essere i precursori della vita sulla Terra, secondo Feng. È possibile accedere al documento sul server di prestampa arXiv ."Se la vita metanogenica esiste nella nebulosa presolare, allora potrebbe essere l'antenato della vita sulla Terra, e ci sono già alcune [prove] provvisorie provenienti da diversi studi di biologia molecolare", scrive Feng. (L'inglese non è la prima lingua di Feng, ma è facile capire dove vuole arrivare.)L'esplorazione di Feng si basa sull'idea di panspermia. La panspermia è l’idea che la vita esista in tutto l’universo e sia stata diffusa da asteroidi, comete, persino polvere spaziale...

domenica 11 febbraio 2024

la Terra potrebbe in passato essere stata piatta...

 

In passato la Terra potrebbe essere stata piatta, dice uno studio

Secondo alcuni ricercatori, durante la sua formazione, la Terra ha attraversato un breve periodo di appiattimento, prima di diventare una massa rocciosa sferica.Secondo alcuni ricercatori, durante la sua formazione, la Terra ha attraversato un breve periodo di appiattimento, prima di diventare una massa rocciosa sferica.Utilizzando simulazioni al computer, un team di scienziati dell’Istituto di Matematica, Fisica e Astronomia dell’UCLan ha provato a ricostruire la formazione dei pianeti. Secondo questo studio, i protopianeti emergerebbero dalla frammentazione di grandi dischi rotanti di gas denso che circondano le giovani stelle. Si ritiene che si formino attraverso l’“accrescimento del nucleo”, che è una crescita graduale di particelle di polvere che si uniscono per formare oggetti sempre più grandi, o direttamente dalla rottura di grandi dischi protostellari rotanti attorno alle stelle. È quella che gli scienziati definiscono teoria dell’instabilità del disco. In altre parole, prima di diventare sferica, la Terra potrebbe essere stata… piatta."Simili agli smarties"Immagine sopara a lato“Siamo rimasti molto sorpresi dal fatto che i primi pianeti che si stavano formando fossero sferoidi oblati, abbastanza simili agli smarties che mangiamo!” dicono gli scienziati. La conferma della forma appiattita dei giovani pianeti rappresenta un grande cambiamento nella nostra comprensione della formazione planetaria. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che i pianeti crescono principalmente perché il materiale cade su di loro dai poli, piuttosto che dai loro equatori."I risultati dello studio"Utilizzando questo metodo, il team ha analizzato le caratteristiche dei pianeti, confrontandole con le osservazioni e analizzando attentamente il processo di formazione dei giganti gassosi. La loro indagine si è concentrata sullo studio della forma dei pianeti “giovani” e su come potrebbero evolversi in enormi giganti gassosi, potenzialmente superando Giove in dimensioni. Inoltre, hanno esplorato le proprietà dei pianeti che si formano in diverse condizioni fisiche, comprese le variazioni della temperatura e della densità del gas. Insomma, potrebbe esserci stato un brevissimo periodo in cui la Terra era piatta, prima di formarsi nel pianeta roccioso che è adesso.Link

sabato 10 febbraio 2024

Cern,il progetto del Future Circular Collider

 

Il futuro del CERN: il progetto del Future Circular Collider (Video)

Il CERN sta considerando la costruzione del Future Circular Collider, un acceleratore di particelle tre volte più lungo del LHC. L’obiettivo è esplorare energie in cui potrebbero essere trovate prove dirette di materia oscura ed energia oscura.All’inizio di febbraio, il consiglio ristretto del CERN ha tenuto una riunione speciale per discutere un importante punto del suo futuro: il prossimo acceleratore di particelle che stanno per costruire. Il CERN è sede del
Large Hadron Collider (LHC), la macchina singola più complessa al mondo. Il progetto proposto per il futuro collider di collaborazione internazionale è il Future Circular Collider (FCC), ed è tre volte più lungo del LHC.Il LHC è uno strumento straordinario. Ha un anello di magneti superconduttori di 27 chilometri (16,77 miglia) sotto Ginevra, al confine tra Francia e Svizzera. Il LHC funziona grazie ai magneti superconduttori mantenuti appena sopra lo zero assoluto che circondano i suoi due giganteschi tubi mantenuti in un vuoto ultrapieno. È più freddo e vuoto lì dentro che nello spazio interstellare.Attraverso i tubi, fasci di protoni (o a volte ioni pesanti) viaggiano a quasi la velocità della luce, e vengono fatti collidere all’interno di uno degli quattro esperimenti. Le collisioni creano condizioni che l’universo non ha visto dalla scoperta del bosone di Higgs, la particella che (in modo semplicistico) conferisce massa alle altre.  poco dopo il Big Bang, e viene creata una serie di particelle interessanti. Tuttavia, il LHC ha dei limiti. Ci sono energie che non possono essere raggiunte con una macchina del genere – e per questo motivo, i ricercatori hanno iniziato a considerare quale potrebbe essere il prossimo passo. Alcuni anni fa, il CERN ha iniziato a esaminare la proposta per il prossimo acceleratore di particelle, e il progetto scelto dopo consultazioni tra fisici delle particelle in tutta Europa e nel mondo è una macchina circolare...

Segnale radio dallo spazio profondo vecchio di 8 miliardi di anni

 

Rilevato potente segnale radio dallo spazio profondo vecchio di 8 miliardi di anni

Grazie all’utilizzo della lente gravitazionale, gli astronomi sono riusciti ad osservare un’increspatura nello spazio-tempo estremamente antica, ecco il segnale radioUn team di astronomi ha utilizzato un potente radiotelescopio che si trova in India per captare un segnale radio proveniente da una lontanissima galassia. Il segnale proviene da una galassia chiamata SDSSJ0826+5630 che si trova a 8,8 miliardi di anni luce dalla Terra. Per captarlo si sono serviti di una tecnica chiamata lente gravitazionale, un’increspatura nello spazio-tempo che si verifica quando l’attrazione gravitazionale di una galassia più vicina piega (distorce) la luce proveniente da una galassia più lontana.Secondo le prime informazioni, il segnale radio proveniente da SDSSJ0826+5630 sarebbe stato emesso quando l’universo aveva solo 4,9 miliardi di anni. Attenzione, però: bisogna sempre mettere in conto che l’universo si espande, motivo per cui ci sono voluti 8,8 miliardi di anni prima che raggiungesse i nostri telescopi. Questi risultati dimostrano che ci sarà possibile osservare galassie lontane utilizzando anche i radiotelescopi a bassa frequenza. La radioastronomia è lo studio del cielo sotto forma di frequenze radio. La luce visibile è una radiazione elettromagnetica, così come le onde radio, i raggi gamma, i raggi X e gli infrarossi. Perciò, se vogliamo avere un quadro più completo di cosa c’è là fuori, dobbiamo continuare a utilizzare questi radiotelescopi per rilevare e amplificare le onde radio che ci arrivano dallo spazio profondo. Sicuramente in futuro riveleremo un segnale radio (altri) simile a questo.Link

venerdì 9 febbraio 2024

Ufo,La colonizzazione della Terra con l'astrofisico Manuel R.

Il prossimo futuro della colonizzazione della Terra (con l'astrofisico Manuel R)

Quale futuro prossimo ci aspetta? Quali sono i possibili scenari di colonizzazione? Come possiamo sbarazzarci della presunta colonizzazione dellaTerra? Abbiamo discusso di tutte e molte altre domande con l'astrofisico Manuel R. (Segui video)