Annuncio shock della NASA: il vortice spazio-temporale è realtà
Durante una conferenza stampa gli
scienziati dell’agenzia governativa responsabile del programma spaziale
degli Stati Uniti d’America hanno confermato l’esistenza di una
curvatura del cronotopo, confermando la teoria della relatività generale
di Albert Einstein. Una scoperta “epica” che apre le porte a nuove
inimmaginabili tecnologie.
Ascoli Piceno, 10 giugno 2011 – Una scoperta sensazionale scuote il mondo della scienza: la NASA ha annunciato l’esistenza di un vortice spazio-tempo intorno alla terra la cui forma corrisponde esattamente alle previsioni della teoria di Einstein sulla gravità.
Solo qualche giorno fa vi avevamo
raccontato di uno strano tunnel magnetico avvistato da un’equipe di
scienziati sopra i cieli antartici, che successivi esperimenti avevano
confermato essere una vera e propria porta temporale. Sembrava proprio
una “balla spaziale”, la solita bufala fantascientifico-commerciale
messa su da qualche intraprendente giornalista per far cassa – tanto che
noi di 2duerighe avevamo addirittura preso le distanze rimandando a
voi, nostri affezionati lettori la ricerca della verità – e invece è
ufficiale: « lo spazio-tempo attorno alla Terra sembra essere distorto proprio come dice la relatività generale».
Ad affermarlo, durante una conferenza stampa convocata al quartiere
generale Nasa lo scorso 4 maggio, il dr Francis Everitt della Stanford
University, principale ricercatore della missione satellitare “Gravity
Probe B” (GP-B). Gli studi erano iniziati il 20 aprile 2004 con il
lancio del razzo Delta II in orbita polare. A bordo del veicolo
orbitante quattro giroscopi da Guinnes dei primati – con sfere al quarzo
di silicio, considerate le più perfette mai realizzate dall’uomo – per
validare i due principali aspetti della teoria della relatività di
Einstein: l’effetto geodetico, cioè la deformazione dello spazio-tempo
intorno a un corpo massiccio e l’effetto di trascinamento, che è il
fenomeno per cui la Terra distorce lo spazio-tempo locale con la sua
rotazione. Secondo il fisico tedesco, per spazio-tempo (o cronotopo)
si intende un sistema quadrimensionale, composto dalle 3 dimensioni
spaziali note e in aggiunta il tempo: spazio e tempo sono strettamente
uniti e non è possibili separali. Qualsiasi oggetto dell’universo è in
grado di deformare queste due caratteristiche a causa della sua gravità:
maggiore è la massa e la densità dell’oggetto tanto superiore sarà la
deformazione. Per comprendere meglio il concetto immaginiamo di adagiare
una palla da bowling su un telo elastico. Il peso dell’oggetto crea una
specie di infossatura (cioè la nostra curvatura, il vortice
spaziotemporale) in corrispondenza del punto di posa. Più l’oggetto è
grande (cioè più gravita possiede il corpo celeste), e maggiore sarà
l’area deformata, più è pesante, e maggiore sarà la profondità
dell’incavo. La stessa cosa accade con tutti i corpi celesti. Il tempo
può invece essere visto come l’inclinazione del telo, che in prossimità
dell’incavo si accentua (si dilata e si allunga). Questo è ciò che il
progetto GP-B doveva controllare nello spazio. I giroscopi sono stati
posizionati con l’asse di rotazione orientato in direzione della stella
“IM Pegasi” partendo dal seguente concetto: se la gravità non influisce
sullo spazio e sul tempo le apparecchiature devono continuare a puntare
sempre verso lo stesso punto di riferimento perché libere da forze
esterne. Invece, così non è stato e come teorizzato nel 1916 da Albert
Einstein nella sua relatività generale, i giroscopi hanno subito delle
piccole variazioni nella direzione dell’asse di rotazione, sotto
l’effetto della gravità terrestre, provando appunto che lo spazio viene
distorto. «Questo è un risultato epico – ha detto Clifford Will, ricercatore della Washington University a St. Louis – un giorno tutto ciò sarà scritto sui libri di scuola come uno degli esperimenti più importanti della storia della fisica».
L’esperimento è stata una sfida
eccezionale e dopo un anno di raccolta dati e cinque di analisi gli
scienziati questa volta sembrano aver centrato il bersaglio. «Abbiamo
misurato una precessione geodetica di 6600 +/- 0,017 arco secondi e un
effetto di trascinamento del campo di 0,039 +/- 0,007 arco secondi» ha
evidenziato Everitt. Per chi ignora i concetti della relatività, la
precessione geodetica è la quantità di oscillazioni generate dalla massa
statica della terra (la “fossetta” nello spazio-tempo) mentre l’effetto
di trascinamento è la quantità di oscillazioni causate dalla rotazione
della terra (la torsione nello spazio-tempo). Tutti i valori erano
perfettamente in linea con le previsioni di Einstein, per questo i
fisici sono fiduciosi che questi concetti possano essere applicati in
altri campi per inventare nuove tecnologie. Il vortice spazio-tempo
presente intorno alla Terra è ripetuto e amplificato in altre parti del
cosmo, intorno a massicce stelle di neutroni, buchi neri e nuclei di
galassie. Dal punto di vista teorico, l’elevata attrazione
gravitazionale di un buco nero avrebbe degli effetti veramente
macroscopici, creando dei vortici spaziotemporali talmente profondi da
giudicarli senza fine. Se portino in un altro universo o nello stesso ma
in una zona diversa, questo ancora non lo sappiamo, come non possiamo
affermare cosa succeda alla materia che penetra in un black hole: forse
si disgrega completamente oppure si allunga in maniera smisurata. Una
cosa è certa: al suo interno tutte le leggi fisiche perdono di
significato. Quando avremo approfondito tutte queste conoscenze, chissà,
forse il sogno proibito dell’uomo di viaggiare nel tempo diventerà
realtà e con la classica macchina del tempo a cui il cinema ci ha
abituato in questi anni, potremo raggiungere gli angoli più remoti
dell’universo oppure studiare la storia visitando personalmente le
epoche che hanno caratterizzato la nostra esistenza.Link
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