osservato lo stesso oggetto — ma nella banda dei raggi X. Una coincidenza più che rara, dato che Chandra analizza porzioni di cielo estremamente ridotte rispetto ad ASKAP. Trovare entrambi gli strumenti puntati sullo stesso punto nello stesso momento è stata una combinazione fortunata quanto scientificamente preziosa."Questo oggetto è diverso da qualsiasi cosa abbiamo visto finora", ha aggiunto Wang. Nessuna delle ipotesi attuali riesce a spiegare completamente il comportamento di Askap J1832-0911, rendendolo un oggetto di grande interesse per gli astrofisici. Il prossimo passo? Cercare altri segnali simili per capire se Askap J1832-0911 è un caso isolato o rappresenta l'inizio di una nuova classe di fenomeni cosmici ancora sconosciuti.. Gabry58
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giovedì 29 maggio 2025
Misterioso oggetto cosmico emette raggi X e onde radio: una scoperta senza precedenti
Misterioso oggetto cosmico emette raggi X e onde radio: una scoperta senza precedenti
Un enigma celeste si affaccia sull’universo conosciuto. Si chiama **Askap J1832-0911** ed è un misterioso oggetto cosmico che emette sia **impulsi di onde radio** sia **raggi X**: una combinazione mai osservata prima e che apre nuovi interrogativi sull’astrofisica moderna. La scoperta, pubblicata sulla rivista *Nature*, è frutto del lavoro di un team internazionale guidato da **Ziteng Wang** del **Centro Internazionale per la Ricerca di Radioastronomia (ICRAR)**, con sede in Australia. Scoprire che Askap J1832-0911 emette anche raggi X è stato come trovare un ago in un pagliaio", ha commentato Wang. E in effetti, è stato un vero colpo di fortuna.
Il primo segnale è arrivato dal radiotelescopio australiano **ASKAP** (Australian Square Kilometre Array Pathfinder), gestito dal CSIRO. L’oggetto è stato inizialmente classificato come un **"transiente a lungo periodo"** (LPT, Long Period Transient), una categoria di sorgenti enigmatiche che emettono impulsi radio periodici, in questo caso della durata di due minuti ogni 44 minuti. Ma il vero colpo di scena è arrivato incrociando i dati. Spulciando negli archivi, i ricercatori hanno scoperto che **anche il telescopio spaziale Chandra della NASA** aveva
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