5

domenica 5 maggio 2024

La vita può esistere in un universo bidimensionale...


La vita può esistere in un universo bidimensionale, dice lo studio

(James Scargill) Gli scienziati teorizzano da tempo che la vita può esistere solo in universi tridimensionali. Tuttavia, nuove ricerche mettono in discussione questa visione, suggerendo che la vita è teoricamente possibile in un mondo bidimensionale. Lo studio è stato pubblicatoerso bidimensionale, dice lo studioTradizionalmente si credeva che gli universi con più di tre dimensioni sarebbero stati instabili e imprevedibili, privi di vita e di osservatori. Il problema dei tre corpi è imprevedibile nel mondo 3D, ma anche il problema dei due corpi (prevedere l'orbita di due corpi) diventa troppo caotico nelle dimensioni superiori e orbite stabili non sono possibili.“Ciò significa che un mondo del genere non può contenere oggetti stabili nel tempo, e quindi probabilmente non può contenere osservatori stabili. In uno spazio con più di tre dimensioni non possono esserci atomi tradizionali e, forse, strutture stabili”, scrivono i ricercatori nell’articolo.Ci sono suggerimenti che la vita non avrebbe potuto sorgere in un universo bidimensionale (più tempo) a causa della complessità insufficiente. L’argomento principale contro la vita negli universi bidimensionali è che mancano di gravità, rendendo impossibile creare le condizioni necessarie per la vita.Tuttavia, il fisico James Scargill dell’Università della California, Davis, ha dimostrato che i campi gravitazionali scalari possono esistere in due dimensioni.Inoltre, Scargill ha esaminato le reti biologiche e creato grafici planari che si ritiene dimostrino proprietà importanti per la formazione di cervelli complessi. Ciò suggerisce che forme di vita complesse potrebbero esistere in un mondo bidimensionale.La gravità e le orbite stabili non sono gli unici requisiti per l’origine della vita, poiché la vita stessa in un mondo bidimensionale potrebbe non apparire come la immaginiamo. Ad esempio, un animale di questo mondo potrebbe non avere un tratto digestivo.La teoria di Scargill si basa sull'idea di un “mondo di brane” (membrane), in cui un ipotetico gravitone privo di massa non è localizzato, consentendo alla vita bidimensionale di sfruttare la gravità quadridimensionale.Sebbene i risultati dello studio siano ipotetici, sollevano interrogativi su dove e come potrebbe esistere la vita nell’Universo.Link 

Nessun commento:

Posta un commento