Semplici forme di vita adattate ad ambienti estremi sulla Terra potrebbero essere gli abitanti di mondi alieni
Per un essere umano immergersi in acqua bollente o gelata, in aceto puro, in ammoniaca o in acqua salata molto concentrata ha, prevedibilmente, conseguenze disastrose. Eppure vi sono microrganismi che hanno la propria dimora permanente in ambienti impraticabili. Le forme viventi in condizioni ambientali che paiono incompatibili alla vita prendono il nome di estremofile. Un batterio dal comportamento imprevedibile e dai gusti sorprendenti è “Deinococcus radiodurans”, che resiste alle radiazioni mortali e vive in qualunque ambiente. Anche gli habitat dal clima particolarmente rigido brulicano di forme di vita.
Il batterio “Polaromonas vacuolata” cresce alla temperatura ottimale di 4 °C, ed è in grado di riprodursi fino a quando la temperatura raggiunge i 12 °C. Oltre questo valore, non si riproduce più, entrando in uno stato di quiescenza. Un paradiso per alcune forme di vita davvero particolari è, invece, il Parco di Yellowstone, dove microrganismi crescono e si riproducono tranquillamente a temperature superiori a 45 °C. Le conoscenze attuali suggeriscono che il limite massimo di sopravvivenza raggiunto sia attorno ai 150 °C. Al di sopra di questa soglia, nessun essere vivente è in grado di mantenere integri il DNA e le altre molecole essenziali alla vita. Esistono, inoltre, batteri che vivono sepolti nelle rocce sedimentarie, pur avendo avuto origine sulla superficie terrestre. Ad esempio, gli scienziati hanno trovato il “Bacillus infernus” sotto la crosta terrestre, a 2.800 metri di profondità e alla temperatura di 75 °C.
Gli astrobiologi trovano similitudini tra le condizioni ambientali estreme di alcuni corpi del Sistema Solare e ambienti terrestri impraticabili. Il pianeta più accessibile ai primi tentativi di ricerca di forme prebiotiche è stato Marte. continua su Link
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