Incontri ravvicinati del terzo tipo;
ma stavolta direttamente in chiesa. Succede, a voler accostare il muso grinzoso di E.T. a certe pagine dell’AT (sta per «Antico Testamento»)... Eppure l’argomento è accattivante: «Il mito extraterrestre sembra oggi volersi presentare sempre più come vera e propria nuova religione, o meglio ancora una parodia della religione, fortemente connotata in chiave messianica dall’attesa della figura dell’alieno come possibile (o prossimo?) salvatore di un’umanità ormai tragicamente in crisi». Il marziano al posto di Cristo; o più precisamente: come un cristo laico, materialista, scientificamente accettabile, immanente e tuttavia – proprio come il Figlio di Dio – disceso dal cielo, da un’entità intellettualmente evoluta e forse moralmente superiore, per portare un messaggio di progresso e pace...
Sì, è accattivante questa lettura delle «radici occulte di un mito moderno», compendiata da Enzo Pennetta e Gianluca Marletta nel loro Extraterrestri (Rubbettino, pp. 136, euro 11): un lavoro che – soprattutto nella parte dovuta a Marletta – offre una bella mole di spunti di riflessione sui rapporti tra l’ormai ultra-decennale boom (letterario, cinematografico, fumettistico...) della cultura ufologica e l’evoluzione della sensibilità religiosa o comunque spirituale contemporanea. La tesi, detta con le parole degli autori, è la seguente:
Dunque vediamo – riprendendo il classico schema degli «incontri ravvicinati» tra terrestri e alieni – in quali stadi si articolerebbe tale presunto contatto tra E.T. e le figure del sacro.
Incontri del primo tipo: l’«esegesi extraterrestre»
E se il carro di fuoco che rapì in cielo il profeta Elia fosse stato un disco volante? Non c’è nulla da ridere: un ingegnere austriaco ha persino disegnato il veicolo spaziale di cui parlerebbe la Bibbia... Difatti per gli ufologi, anzi più correttamente i cultori di paleo-astronautica, non c’è dubbio che persino i libri sacri possano fornire prove di contatti con esistenze d’altri pianeti. Elia è il caso più patente, ma si citano spesso anche la visione di Ezechiele (immagine apertura articolo con la raffigurazione della sua "visione") e l’episodio dei «giganti» che al dire della Genesi abitarono sulla Terra dei primordi: secondo ipotesi di esperti diventati celebri a suon di milioni di copie dei loro libri, Eric Von Daniken e Zacharia Sitchin, i «giganti» biblici sarebbero appunto alieni che – congiuntisi con le «figlie degli uomini» – generarono lo scatto evoluzionistico fondamentale dai primati all’homo sapiens... Ovviamente la teoria è assai più complessa, e viene spesso condita dal sospetto che l’esegesi tradizionale cattolica abbia volutamente occultato il vero senso dell’episodio veterotestamentario per nascondere una «verità» scomoda. Ma questo è un corollario «complottista», su cui – anche a parere dei nostri autori – non val la pena di soffermarsi troppo.
Incontri del secondo tipo: l’«ipotesi parafisica»
(articolo apparso,sull'Avvenire,il 20 aprile 2011) Incontri del terzo tipo: l’«angelo di tenebra».
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