domenica 17 agosto 2025

Le mummie portoghesi di 8.000 anni riscrivono la storia

Le mummie portoghesi di 8.000 anni riscrivono la storia

Una scoperta archeologica in Portogallo sta letteralmente riscrivendo ciò che credevamo di sapere sulla mummificazione. Non stiamo parlando dell’Egitto o delle Ande, ma della Valle del Sado, dove nuovi studi su resti umani mesolitici hanno portato alla luce ciò che potrebbe essere la più antica prova di mummificazione intenzionale al mondo. Un ritorno agli anni ’60 (ma con occhi nuovi).Tutto inizia tra il 1958 e il 1964, quando gli archeologi portoghesi  effettuarono scavi nella zona di Poças de S. Bento e Arapouco, 

riportando alla luce oltre 100 scheletri risalenti a circa 8.000 anni fa. All’epoca, però, mancavano gli strumenti per interpretare appieno la portata della scoperta.Negli ultimi anni, grazie al ritrovamento e alla digitalizzazione di fotografie d’archivio inedite scattate dallo studioso Manuel Farinha dos Santos, i ricercatori hanno potuto rianalizzare i dati con tecniche moderne, tra cui l’archeotanatologia e la modellazione 3D. I segni della mummificazione.Cosa ha portato gli studiosi a ipotizzare una mummificazione intenzionale?

1. Arti iperflesse: Le posizioni fortemente piegate di gambe e braccia suggeriscono che i corpi siano stati legati, forse durante un processo di essiccazione.

 2. Articolazioni intatte: Le dita di mani e piedi erano ancora articolate, cosa improbabile se i corpi fossero stati sepolti senza trattamento.

 3. Sedimento compatto: Intorno ai resti non ci sono tracce del collasso tipico della decomposizione. Questo indica che i tessuti molli erano già scomparsi prima della sepoltura, forse grazie a un processo di disidratazione.

Secondo le ipotesi degli archeologi, i corpi venivano essiccati attraverso l’esposizione all’aria o al calore, forse su piattaforme rialzate. Questo avrebbe ridotto il peso e il volume dei cadaveri, rendendoli più facili da trasportare verso luoghi di sepoltura collettiva.Ma non si trattava solo di logistica: queste pratiche sembrano indicare un forte significato rituale e simbolico, una cura per i defunti che sfida l’idea del Mesolitico come epoca primitiva o priva di spiritualità.

Una scoperta che cambia le cronologie Finora, le mummie Chinchorro del Cile (7000 a.C.) e quelle egizie (3500 a.C.) erano considerate le più antiche. Ma i resti della Valle del Sado sono più antichi di entrambe. Se confermata, questa scoperta farebbe del Portogallo il luogo della prima mummificazione intenzionale conosciuta nella storia dell’umanità.

Questa scoperta dimostra quanto sia importante rivalutare i vecchi dati con occhi nuovi. I ricercatori stanno ora esaminando altri siti preistorici europei (in Israele, Bielorussia e altrove) per verificare se pratiche simili fossero più diffuse di quanto si pensasse. Le mummie portoghesi ci raccontano una storia di attenzione, ritualità e connessione con i morti che affonda le radici nella preistoria europea. Una storia che, grazie alla scienza e alla tecnologia moderna, torna finalmente alla luce dopo 8.000 anni. Gabry58

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