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venerdì 25 ottobre 2013

NASA: VORTICE SPAZIO TEMPORLE E' REALE

Annuncio shock della NASA: il vortice spazio-temporale è realtà

Durante una conferenza stampa gli scienziati dell’agenzia governativa responsabile del programma spaziale degli Stati Uniti d’America hanno confermato l’esistenza di una curvatura del cronotopo, confermando la teoria della relatività generale di Albert Einstein. Una scoperta “epica” che apre le porte a nuove inimmaginabili tecnologie.
 
Ascoli Piceno, 10 giugno 2011 – Una scoperta sensazionale scuote il mondo della scienza: la NASA ha annunciato l’esistenza di un vortice spazio-tempo intorno alla terra la cui forma corrisponde esattamente alle previsioni della teoria di Einstein sulla gravità.
Solo qualche giorno fa vi avevamo raccontato di uno strano tunnel magnetico avvistato da un’equipe di scienziati sopra i cieli antartici, che successivi esperimenti avevano confermato essere una vera e propria porta temporale. Sembrava proprio una “balla spaziale”, la solita bufala fantascientifico-commerciale messa su da qualche intraprendente giornalista per far cassa – tanto che noi di 2duerighe avevamo addirittura preso le distanze rimandando a voi, nostri affezionati lettori la ricerca della verità – e invece è ufficiale: « lo spazio-tempo attorno alla Terra sembra essere distorto proprio come dice la relatività generale». Ad affermarlo, durante una conferenza stampa convocata al quartiere generale Nasa lo scorso 4 maggio, il dr Francis Everitt della Stanford University, principale ricercatore della missione satellitare “Gravity Probe B” (GP-B). Gli studi erano iniziati il 20 aprile 2004 con il lancio del razzo Delta II in orbita polare. A bordo del veicolo orbitante quattro giroscopi da Guinnes dei primati – con sfere al quarzo di silicio, considerate le più perfette mai realizzate dall’uomo – per  validare i due principali aspetti della teoria della relatività di Einstein: l’effetto geodetico, cioè la deformazione dello spazio-tempo intorno a un corpo massiccio e l’effetto di trascinamento, che è il fenomeno per cui la Terra distorce lo spazio-tempo locale con la sua rotazione. Secondo il fisico tedesco, per spazio-tempo (o cronotopo) si intende un sistema quadrimensionale, composto dalle 3 dimensioni spaziali note e in aggiunta il tempo: spazio e tempo sono strettamente uniti e non è possibili separali. Qualsiasi oggetto dell’universo è in grado di deformare queste due caratteristiche a causa della sua gravità: maggiore è la massa e la densità dell’oggetto tanto superiore sarà la deformazione. Per comprendere meglio il concetto immaginiamo di adagiare una palla da bowling su un telo elastico. Il peso dell’oggetto crea una specie di infossatura (cioè la nostra curvatura, il vortice spaziotemporale) in corrispondenza del punto di posa. Più l’oggetto è grande (cioè più gravita possiede il corpo celeste), e maggiore sarà l’area deformata, più è pesante, e maggiore sarà la profondità dell’incavo. La stessa cosa accade con tutti i corpi celesti. Il tempo può invece essere visto come l’inclinazione del telo, che in prossimità dell’incavo si accentua (si dilata e si allunga). Questo è ciò che il progetto GP-B doveva controllare nello spazio. I giroscopi sono stati posizionati con l’asse di rotazione orientato in direzione della stella “IM Pegasi” partendo dal seguente concetto: se la gravità non influisce sullo spazio e sul tempo le apparecchiature devono continuare a puntare sempre verso lo stesso punto di riferimento perché libere da forze esterne. Invece, così non è stato e come teorizzato nel 1916 da Albert Einstein nella sua  relatività generale, i giroscopi  hanno subito delle piccole variazioni nella direzione dell’asse di rotazione, sotto l’effetto della gravità terrestre, provando appunto che lo spazio viene distorto. «Questo è un risultato epico – ha detto Clifford Will, ricercatore della Washington University a St. Louis – un giorno tutto ciò sarà scritto sui libri di scuola come uno degli esperimenti più importanti della storia della fisica».
L’esperimento è stata una sfida eccezionale e dopo un anno di raccolta dati e cinque di analisi gli scienziati questa volta sembrano aver centrato il bersaglio. «Abbiamo misurato una precessione geodetica di 6600 +/- 0,017 arco secondi e un effetto di trascinamento del campo di 0,039 +/- 0,007 arco secondi» ha evidenziato Everitt. Per chi ignora i concetti della relatività, la precessione geodetica è la quantità di oscillazioni generate dalla massa statica della terra (la “fossetta” nello spazio-tempo) mentre l’effetto di trascinamento è la quantità di oscillazioni causate dalla rotazione della terra (la torsione nello spazio-tempo). Tutti i valori erano perfettamente in linea con le previsioni di Einstein, per questo i fisici sono fiduciosi che questi concetti possano essere applicati in altri campi per inventare nuove tecnologie. Il vortice spazio-tempo presente intorno alla Terra è ripetuto e amplificato in altre parti del cosmo, intorno a massicce stelle di neutroni, buchi neri e nuclei di galassie. Dal punto di vista teorico, l’elevata attrazione gravitazionale di un buco nero avrebbe degli effetti veramente macroscopici, creando dei vortici spaziotemporali talmente profondi da giudicarli senza fine. Se portino in un altro universo o nello stesso ma in una zona diversa, questo ancora non lo sappiamo, come non possiamo affermare cosa succeda alla materia che penetra in un black hole: forse si disgrega completamente oppure si allunga in maniera smisurata. Una cosa è certa: al suo interno tutte le leggi fisiche perdono di significato. Quando avremo approfondito tutte queste conoscenze, chissà, forse il sogno proibito dell’uomo di viaggiare nel tempo diventerà realtà e con la classica macchina del tempo a cui il cinema ci ha abituato in questi anni, potremo raggiungere gli angoli più remoti dell’universo oppure studiare la storia visitando personalmente le epoche che hanno caratterizzato la nostra esistenza.Link



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