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martedì 5 ottobre 2010

ICEBERG SI STACCA

27/03/2008 12.53.28

ICEBERG SI STACCA E' DUE VOLTE L'ELBA
Antonio Navarra,direttore del Centro Euromediterraneo per i cambiamenti climaticiNon è una novità. Il fatto che dalla Penisola Antartica si sia staccato un blocco di ghiaccio così grande rientra infatti all'interno di quanto indicano i modelli climatici e le osservazioni fatte negli ultimi anni . La temperatura in quella particolare regione del Pianeta è infatti aumentata ad un ritmo di circa 0,5 gradi ogni dieci anni negli ultimi 50 anni. Questo innalzamento della temperatura media ha delle ripercussioni inevitabili su quel delicato sistema di ghiacciai e di piattaforme di ghiaccio galleggianti che sono caratteristiche di quella regione dell'Antartide. Lo dimostrano i sempre più frequenti distacchi di enormi masse di ghiaccio registrate negli ultimi anni.Nel 1995, sempre nella Penisola Antartica si staccò il Larsen A, un blocco di ghiaccio di 75 chilometri di lunghezza e 37 di larghezza. Poi nel marzo del 2002 un satellite della Nasa osservò il crollo della piattaforma Larsen B, nella zona orientale della penisola antartica. Ora a staccarsi è stata una porzione di circa 405 chilometri quadrati della Piattaforma Wilkins che ha una superficie complessiva di circa 13.000 chilometri quadrati, poco meno del Lazio. Osservando le foto dal satellite appare evidente che il distacco di questo nuovo iceberg potrà avere un ruolo determinante nella stabilità di tutta la piattaforma Wilkins, che ora rimane ancorata alla terraferma solo attraverso delle sottili lingue di ghiaccio. Non è escluso che nei prossimi anni, altri importanti blocchi di ghiaccio possano staccarsi dalla Piattaforma stessa e disintegrasi in mare. E' difficile che questo possa avvenire nei prossimi mesi. In quella parte del mondo l'estate è ormai al termine e si va verso l'inverno per cui le temperature scenderanno e si formerà nuovo ghiaccio. Certo è difficile che se ne formi tanto quanto quello che si è disintegrato in questi giorni. Per cui, quando arriverà la prossima estate australe potremmo trovarci di nuovo alle prese con distacchi altrettanto importanti.Le conseguenze sul clima di questi distacchi non sono molto rilevanti, almeno direttamente. I ghiacci che formano le piattaforme galleggianti infatti non hanno alcun influenza per quanto riguarda i livelli dei mari. Hanno però una certa importanza per quanto riguarda il contenimento dei ghiacciai terrestri che scaricano i loro ghiacci in mare che invece fanno innalzare il livello dei mari. La presenza lungo le coste di queste enormi piattaforme ghiacciate rallenta l'afflusso a mare dei ghiacciai terrestri, ma se le piattaforme si disintegrano è come se saltassè un tappo e i ghiacciai potrebbero defluire in mare con ritmi più elevati con conseguenze per tutto il pianeta.
In ogni caso, anche se questi eventi clamorosi non sono una novità, va però detto che sono l'effetto diretto del riscaldamento delle temperature del pianeta. Questo elemento è un fatto indiscutibile che ha delle ripercussioni diverse sul clima a seconda delle diverse regioni del pianeta. Se questo riscaldamento sia poi dipeso dalle attività dell'uomo, al momento basta dire che seppur non sia stata trovata alcuna prova diretta che lo dimostri con certezza inoppugnabile, è anche vero che la spiegazione più attendibile sotto questo profilo resta quella che collega l'innalzamento della temperatura all'aumento della concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera. E questo ultimo fenomeno è causato dalle attività umane. È difficile ora stabilire quali possano essere le conseguenze e i costi che dovremo sostenere per far fronte a questi cambiamenti così complessi. Ma una cosa è certa. Prima inizieremo a mettere in atto misure serie per far fronte ai nuovi rischi, minori saranno i costi per l'intera collettività.
da :
http://www.ilmessaggero.it

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